Articolo numero 7, febbraio 2021
della Rubrica “Tra metacognizione e divertimento”.
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a conclusione dell’articolo potrai richiedere la risorsa gratuita (in pdf) che ci ha aiutato a sviluppare autonomia rispetto questo compito.
[…] la mente di chi, per avere ciò che gli abbisogna, non lavora, ma comanda, si atrofizza e languisce.
Maria Montessori, La scoperta del bambino
Premessa
Coinvolgo i miei figli nelle attività domestiche da sempre, ho iniziato ancora prima che sapessero camminare da soli. Si tratta di attività che ho proposto loro non tanto per essere aiutata nelle faccende domestiche, che, va da sé, non sono di loro responsabilità, e nemmeno per trovare il modo di trascorrere il tempo insieme a loro (non mi manca di certo la creatività).
Piuttosto è di un modo per insegnare loro sia ad avere cura dell’ambiente in cui viviamo, oltre che di sé stessi, sia della possibilità di sviluppare concentrazione e la precisione nei movimenti del corpo (Montessori parlava di educazione dei movimenti), potenziando inoltre la loro capacità di pianificazione.
Essere in grado di preparare la lavatrice, di stendere i capi, saperli piegare e riordinare, saper cucinare, lavare le stoviglie, il pavimento o ciò che si sporca, riordinare la propria camera e materiali, ecc.. ecc.. permette ai bambini di sentirsi davvero parte attiva della famiglia e capaci di compiere gesti e azioni che per mamma e papà sono quasi degli automatismi. Accresce quindi anche autostima e il senso di percezione del sé.
Inoltre, occuparsi di queste faccende veramente e con strumenti adeguati e proporzionati alla loro fisicità, e non per finta, permette di diventare più abili nei singoli movimenti necessari (movimenti della mente e del corpo), nella organizzazione di gesti e sequenze, oltre che mantenere allenata la mente in alcune attività importanti, primarie e complesse.
In questi giorni ci stiamo concentrando su un nuovo compito che stiamo portando avanti in modo diverso da quelli sopra nominati: apparecchiare la tavola.
Nell’ambiente descritto più sopra, gaio e ammobiliato proporzionatamente al bambino, esistono oggetti che permettono col loro uso di raggiungere uno scopo determinato […]. Ovvero lavabi coi quali il bambino può lavarsi le mani; scope con cui nettare il pavimento, cenci ed oggetti adatti a togliere la polvere dai mobili; spazzole varie, per pulire le scarpe o i vestiti: tutti oggetti che <invitano> io bambino ad agire, a compiere un vero lavoro con un reale scoop pratico da raggiungere.
M. Montessori, La scoperta del bambino
Perché proprio il compito di apparecchiare la tavola?
In queste ultime settimane è sopraggiunto il bisogno di rendere più responsabile Samuele e offrirgli la possibilità, anche in casa, di occuparsi in modo autonomo di qualcosa a beneficio di tutti: dovevamo trovargli un compito tutto suo, da svolgere in piena autonomia e con successo. Doveva altresì trattarsi di una attività complessa, che fosse cioè anche il pretesto per contare, imparare a organizzare e gestire più materiali contemporaneamente, mantenere un certo ordine stabile nel tempo, per compiere gesti e movimenti controllati e precisi, portare a termine un’attività richiesta da altri anche se non proprio sempre desiderata.
Preparare la tavola, in questo senso, si sta rivelando un ottimo compito!
Quale novità?
Samuele era già abituato a contribuire a preparare la tavola, soprattutto in occasioni di festa in famiglia: quando era più piccolino, preparavo io le cose necessarie e lui le trasportava in tavola. Il compito di questi giorni, invece, è qualcosa di diverso: tutti i giorni gli viene richiesto questo impegno e in modo totale, dovendosi cioè assumere il pieno controllo della faccenda. Non trova preparato il materiale da posizionare in tavola: comprende cosa mettere e in quale quantità, lo recupera da solo e lo posiziona.
Al momento il compito è svolto in modalità di mediazione (come presento più sotto), ma l’obiettivo è che la mia (o di altri) presenza non sia più necessaria e che da solo sbrighi tutta la faccenda, con o senza lo strumento che ci siamo costruiti al momento.
Come organizzarsi?
Durante i primi giorni sono rimasta a osservare il suo agire spontaneo e naturale di fronte a questa richiesta, entusiasmante all’inizio ma poi, col passare del tempo, non sempre a lui gradita, naturalmente. E ho così potuto constatare quali fossero i passaggi non funzionali al compito: a volte, per esempio, concluso il lavoro, mancavano ancora degli oggetti in tavola, magari per la fretta di concludere questa richiesta.
Ho deciso allora di “chiamare in aiuto” uno strumento tramite cui principalmente visualizzare gli elementi che sempre utilizziamo e tramite cui comprendere le quantità corrispondenti, volta per volta.
Abbiamo costruito insieme, tramite iPad, questa tabella per preparare la tavola, poi stampata e plastificata. Appesa quindi in un posto strategico in cucina e lasciati a disposizione i pennarelli con cui interagire (così i segni scritti possono essere cancellati facilmente e il foglio è pronto per la volta successiva) affinché possa organizzarsi da sé per riuscire nel compito.
Come utilizzare la tabella?
Le prime quattro colonne libere sono dedicate ai quattro componenti della nostra famiglia. Sopra ho scritto i nostri nomi, uno per colonna, ma, se il bambino non è in grado di leggere, si possono mettere in alternativa le foto delle persone.
La quinta colonna è lasciata libera così che si possa utilizzare o per segnare il totale dei pezzi necessari (es. scrivere il numero 4) oppure per segnare la presenza di qualche ospite. E il totale lo aggiungiamo comunque di lato. Se il bambino non è ancora capace di scrivere il numero, lo fa l’adulto ovviamente.
Procedura dello strumento:
- Leggiamo la tabella, andando in ordine dall’alto verso il basso, lavorando su un oggetto per volta: lo nominiamo (es. ‘bicchieri’), ci concentriamo sul relativo conteggio dei pezzi necessari e sul recupero di quel materiale e posizionamento. Finito con l’oggetto posizionato nella prima riga, si passa alla seconda riga. E via di seguito.
- Dunque, dopo aver letto l’oggetto visualizzato, ci chiediamo chi è presente: se manca qualcuno, tagliamo la colonna corrispondente con una linea verticale. Così sappiamo che quella casella non andrà conteggiata.
- Per ogni oggetto da mettere in tavola segniamo con una X o con un pallino in corrispondenza di ogni membro presente. E poi contiamo in totale quanti pezzi servono: (es.: tutti presenti) 1, 2, 3 e 4. Con e senza dita. C’è un momento in cui usiamo le dita, abbinando un dito a un membro presente, per avere conferma della quantità totale dei pezzi necessari: (esempio) ho usato tre dita = mi servono tre bicchieri.
- Prima di andare a recuperare la quantità di bicchieri (es.) necessaria per quella occasione, chiedo: “Samuele, allora: quanti bicchieri servono?” Attendo la sua risposta. Diversamente, contiamo nuovamente.
- Prima di dire concluso tutto il lavoro, verifichiamo osservando direttamente, personalmente e attentamente la tavola: che in ogni postazione ci sia il necessario ordinato bene. Lascio che faccia prima lui da solo e poi rifacciamo insieme, magari chiedendo a lui stesso di dire se c’è tutto.
In questa fase di verifica la tabella è ancora necessaria: verifichiamo cioè di avere preso tutti i pezzi elencati in tabella, di non aver saltato nessuna riga.
Quali i vantaggi di usare uno strumento simile?
> La tabella ci sta permettendo di avere un certo metodo di lavoro: Samuele sa che gli elementi fissi si trovano rappresentati in quello strumento, e allo stesso tempo permette di allenare concretamente e frequentemente la flessibilità della mente: Samuele sa che ogni giorno può esserci una novità, qualcosa da aggiungere o da non usare.
>È uno strumento che non toglie autonomia e libertà di pensiero: anzi, la sprona. Sarebbe, infatti, stato diverso preparare una serie di foglietti (ad es.) con su scritto 4 bicchieri, 4 piatti, 4 forchette: si tratterebbe solo di promemoria, di guide esecutive, al bambino sarebbe richiesto solo di eseguire un ordine ricevuto. E alla sua mente non sarebbe stata data l’opportunità di lavorare. Ancora peggio sarebbe stato preparare tutto il materiale e chiedergli solo di sistemarlo in tavola (questo era il compito che gli davamo quando aveva imparato a camminare, ora è tempo di altro!).
>Alleniamo la sua capacità di “lettura” visiva di uno strumento immagine, interattivo: ogni giorno lo compiliamo e poi cancelliamo. Lettura globale ma anche analitica: ci focalizziamo su ogni elemento dello strumento e lo manipoliamo a seconda della situazione.
>È l’occasione per contare con e senza dita e agire delle spontanee somme e differenze, senza aver mai parlato/spiegato il concetto teorico di addizione e sottrazione.
>È uno strumento efficace in termini di tempo ed energie richiesti e di possibilità di successo: con ordine, in meno tempo e senza sbagliare (o comunque dandosi una modalità di verifica), con successo insomma, si riesce a concludere il lavoro.
>Aumenta il senso di autoefficacia e di responsabilità del bambino.
>Stiamo sperimentando che, quando un certo compito è complesso, possiamo trovare/inventare degli strumenti di aiuto al nostro agire del corpo e della mente, siano essi strumenti di pianificazione di azioni, di conteggio, ecc ecc..
Il bambino ha una grande missione che lo spinge: quella di crescere e diventare un uomo.
M. Montessori, La scoperta del bambino.
La tabella è solo uno strumento.
L’obiettivo principe è quello di riuscire a preparare la tavola in modo completo e autonomo, da solo e facendo a meno anche della tabella.
L’occasione del preparare la tavola è perfetta per imparare anche a usare strumenti del genere ma l’uso, al momento mediato e presto autonomo, è funzionale a darsi un metodo di lavoro e a sviluppare quelle attività della mente che mi sembrano importanti, tra tutte: autocontrollo, esplorazione sistematica, pianificazione, comportamento sommativo, capacità di usare simboli e parole…
SE VUOI SCARICARE LO STRUMENTO TABELLA, COMPILA IL MODULO E TROVERAI IL LINK DI ACCESSO GRATUITO NEL MESSAGGIO DI CONFERMA INVIO RICHIESTA.

Chi rimane a contatto con questi bambini si accorge che sotto l’attività che li dirige a raggiungere vari scopi pratici, esiste uno speciale segreto di successo: è la precisione, l’esattezza con cui gli atti si devono compiere. Lo scopo esterno di versare l’acqua in un bicchiere interessa molto meno che il versarla senza toccare colla bottiglia l’orlo del bicchiere e senza versare sulla tovaglia l’ultima goccia d’acqua. Il lavarsi le mani è un atto più attraente se bisogna ricordare il posto preciso dove si appoggia il sapone, è quello dove l’asciugamano deve essere sospeso. […] le mani allora non si lavano più solo per averle pulite, ma soprattutto per acquistare l’abilità di lavarle a perfezione.
M. Montessori, La scoperta del bambino .

Expert Teacher, caregiver, sibling
Mi occupo di apprendimento, dei processi cognitivi dell’apprendere e di metacognizione, a servizio soprattutto di chi non si basta da solo cognitivamente.
Lo faccio in ottica neuropedagogica e della pedagogia della mediazione del dott. Feuerstein.