Proprio in questi giorni mi è capitato tra le mani un libro che mi era stato regalato tempo fa da una cara Amica: “In nome della madre” di Erri De Luca, che racconta la storia di una giovane donna. Maria che riceve un annuncio inatteso, proprio fintanto che vive serenamente i progetti che ha ideato per la propria vita, e che dovrà trovare un nuovo equilibrio.
In fondo, questa storia presenta anche sapori terreni comuni a quanto molte altre donne sperimentiamo.
Certo, Erri De Luca sta puntando i “riflettori” su Maria, proprio quella Maria, la madre di Gesù e ce la presenza con dei tratti di giovanissima umana quasi sorprendete.
Rileggendo In nome della madre, ho assaporato questo gusto di umanità e compreso che non solo queste si rivolgono a noi, ma che esse in qualche modo parlano anche del nostro essere uomini e donne di questa Terra. Oggi. Con le nostre fatiche e ambizioni.
Così l’ho riletto, velocemente, questo libro regalatomi, cogliendone oggi nuove sfumature alla luce di quanto ho vissuto in questi miei ultimi 12 anni e di questo 8 dicembre.
Allora ho sorriso alla mia Vita:
non sono di certo mancate notizie inattese lungo la mia -giovane- esistenza (di questo vi ho già raccontato in Uno sguardo indietro: come è arrivata la Sindrome da Apprendimento) ma, ogni volta, dopo la batosta, affrontata la fatica, ci siamo “rialzati” più forti di prima e, alla fine, io e mio marito anche più innamorati

Allora prendo spunto da De Luca, parafrasandone, a modo mio, un paio di brevi passaggi per augurarvi, cari miei lettori, tante buone esperienze di resilienza in questo 8 dicembre, giorno che per me e Alessandro ha sempre avuto il gusto dello stare insieme ammirando l’Italia e i mercatini di Natale, dell’agire concreto per Amore reciproco.
A volte, si sa, la Vita ci riserva delle sorprese non attese, delle possibilità che ci spaventano, degli “annunci” fuori programma, cioè non ammessi dalla nostra stessa “legge” di vita, da quella che noi stessi ci siamo imposti come stile per la felicità.
Le sue prime parole sul mio spavento sono state: “ Shalòm Miriàm”.
A noi la scelta: accogliere, trovando pace, o rifiutare i fatti della Vita, con le conseguenze che il rifiuto comporta.
Sono rimasta muta. Era tutta l’accoglienza che gli serviva.
A volte si tratta di occasioni per ricominciare, per riscrivere più in pienezza la propria esistenza. Non servono tante parole. Non serve il giudizio degli altri né commiserarsi. Non sempre ci si riesce da soli. Servono gesti concreti e soprattutto persone che ci diano concreto supporto, speranza e fiducia.
Sperimentare però la concretezza dell’Amore attraverso la presenza, il volto e il tempo di un compagno di Vita che resta con noi, fedelmente e teneramente, anche nei momenti delle “sorprese non attese”, come sto sperimentando io con Alessandro, può essere una immensa forza:
Con la tenerezza venne la gratitudine. Mi aveva creduto. Contro ogni evidenza si affidava a me. Sulla sua bella faccia non s’era mosso neanche un muscolo del sospetto, un aggrumo di ciglia, uno sguardo di sbieco. E aveva visto la sua Miriàm per la prima volta, perché era la prima volta che lo guardavo in faccia senza abbassare la fronte, come neanche le mogli osano fare. Mi aveva creduto, ero felice e calda di gratitudine per lui. “Fai quello che è giusto, Iosef. Io oggi sono tua più di prima, più della promessa”.
Non tutto dipende dalla nostra volontà ed è vero: ci sono condizioni che non possono essere modificate del tutto e nemmeno in parte. Al massimo possiamo imparare a conviverci. Penso alle condizioni genetiche o ad alcune malattie che severamente mettono in pericolo di vita. L’elenco sarebbe lungo. Fatti della vita inattesi e non desiderati che possono farsi però occasione di rinascita, di riscoperta del proprio sé, dell’Altro e della Vita.
Partendo da alcune delle pagine di De Luca, il mio pensiero va allora a quanti in questo tempo stanno ricevendo notizie non attese e non desiderate, che magari spaventano o sconvolgono la Vita, anche quella di coppia.
Si può scegliere di non opporsi alle forze che ci richiedono grandi o piccole modifiche, si può con pazienza imparare a assecondare il cambiamento in noi, sperimentando nel tempo resilienza, solidarietà e inclusione.
Per noi come coppia, in alcune occasioni, ci è voluto un po’ di tempo per ritrovare equilibrio, ma vogliamo dirvi che gli annunci inattesi si sono fatti occasioni, per noi, di notizie buone, si sono plasmate cioè reali occasioni per crescere individualmente, per ritornare più innamorati, più autentici e forti insieme, come coppia.
Abbiamo guardato oltre la paura e quei fatti inattesi e non desiderati sono diventati concrete e buone opportunità per andare nel nostro essere intimo e profondo di uomo e donna, per poi essere più consapevolmente presenza attiva in questo mondo, insieme e ciascuno per sé.
Il mio pensiero positivo va anche a chi oggi, invece, si ritrova da solo per scelta propria o desiderio altrui, e a chi sta ricominciando da solo dopo aver accolto con fiducia un fatto inatteso.

E allora il mio augurio per tutti, per ciascuno di noi, in questo tempo di attesa del Natale: che possiamo far esperienza di quella Forza capace di trasformare un “annuncio inatteso” in una novità buona per la propria Vita.
A volte, attraversando strade non programmate e lungo sentieri più faticosi, si scoprono mete e orizzonti che ci restituiscono una pienezza ben più grande di quanto avevamo desiderato noi stessi per la nostra Vita.
Al di là dello spavento e della paura iniziale, oltre i pregiudizi che questo Tempo ci consegna: un annuncio non atteso può portare a delle buone novità.
In nome della madre |
– Autore: Erri De Luca – Casa editrice: Feltrinelli – Pagine: 79 – Dimensioni: 12 X 20 cm – Costo: 6,65 euro – Link per l’acquisto: qua |