Pasqua 2021 e la porta dell’autenticità.
Negli anni è cambiato il nostro modo di vivere la Santa Pasqua. E non solo per via del Coronavirus, ma anche perché la Vita ci ha messi davanti concretamente alla possibilità di decidere se “metterci una pietra sopra” oppure lasciare quella porta aperta. Di dare sostanza a più parole.
Ci sono state, infatti, volte in cui avremmo voluto lasciare dentro un “sepolcro” chiuso le situazioni faticose e le relazioni angosciose.
Questa Pasqua ci ha visti consapevoli che la “porta” del nostro giardino primaverile si può chiudere o aprire: prima di tutto nel rispetto del “giardino” stesso, del nostro benessere, della nostra giovane famiglia, e a modo nostro. Si può scegliere cioè. Con consapevolezza e coerenza. Aprire o chiudere. In libertà di cuore e di mente.
Per noi, Pasqua è stato perciò aprire la porta del dialogo. Del confronto. Del racconto. Prima di tutto all’interno della nostra coppia di sposi.
Pasqua come giorni in cui rispolverare la gioia del relazionarsi con amici, con cui non stavamo insieme da tempo. E di cui avevamo nostalgia.
Pasqua come prepararsi per far spazio per accogliere altri.
Pasqua come la gioia di vedere Samuele e Gabriele condividere i propri spazi, tempi e giochi con altri bambini. Facendolo con la gioia negli occhi e il cuore pieno per aver trovato una soluzione nel momento della difficoltà.
Pasqua come certezza che non siamo soli in questo mondo e che sono molte le persone a cui vogliamo bene e che desideriamo incontrare davvero.
A volte a noi capita però che alcune relazioni diventino veramente complicate, difficili. Non piacevoli.
E allora devi decidere se aprire la porta del tuo “giardino” o metterci una “pietra sopra” perché le energie che ti ha richiesto quella relazione sono già troppe.
Questa Pasqua, per noi, è stato anche il tentare, questa volta con consapevolezza, in libertà di cuori e di menti, di lasciare aperta quella nostra porta pur in situazioni di assenza di dialogo o dentro a una bugia.
E, se è vero che questo tempo ci ha permesso di sentire il bisogno dell’altro e il desiderio di animare il nostro “giardino” della presenza dell’altro, è altrettanto vero che stiamo imparando a farlo “A modo nostro” soprattutto cioè con chi condivide questi nostri intenti: perché c’è bisogno di circondarsi delle persone giuste, di quelle che fanno Bene, di quelle che nutrono il cuore e la mente, di quelle che hanno voglia di mettersi in dialogo o almeno di ascoltarti, di condividere un pezzetto di sé, di ridere insieme senza prendere in giro nessuno, di sorridere senza parlare male di altri, di quelle che vogliono incontrare proprio noi come individui ormai adulti e come famiglia.

C’è bisogno di autenticità.
Impariamo. a modo nostro.
Come è stata la tua Pasqua?

Expert Teacher, caregiver, sibling
Mi occupo di apprendimento, dei processi cognitivi dell’apprendere e di metacognizione, a servizio soprattutto di chi non si basta da solo cognitivamente.
Lo faccio in ottica neuropedagogica e della pedagogia della mediazione del dott. Feuerstein.