Una guida per imparare a gestire le situazioni di stress tipiche dei giorni di festa.

23 Dicembre 2021

A Samuele, nel giorno del suo settimo compleanno: con te imparo la grandezza dell’umiltà e l’umiltà della grandezza.

A mio marito Alessandro: un uomo buono, capace di realizzare grandi cambiamenti.

A Gabriele: forza e curiosità.

La maggior parte delle mamme che ho incontrato negli ultimi mesi sono donne che , per lo più, si informano molto, colgono svariate occasioni di formazione; molte hanno un titolo di studio universitario, tante hanno buone, ottime, capacità organizzative e flessibilità mentale; alcune sono appagate dalla propria vita personale e professionale. Molte di loro, ma non tutte, devono confrontarsi personalmente e quotidianamente con un cromosoma 21 in più, oppure con le fatiche che comportano l’autismo o altre condizioni di disabilità motoria, visiva, cognitiva; hanno imparato ad occuparsi e a gestire situazione e circostanze che mai avrebbero immaginato o sperato per se stesse e per i propri figli.

Nonostante le differenze di età, quelle caratteriali, di professioni, nonostante alcune di loro siano mamme di bambini a sviluppo normotipico e altre no, direi che le mamme che ho incontrato hanno in comune due caratteristiche.

La prima: l’avere a cuore così tanto il Bene dei propri figli da essere disposte concretamente a mettersi in gioco, non solo imparando ancora, ma cercando di modificare addirittura se stesse. L’Amore si fa… non basta dirlo a voce…

La seconda caratteristica, che ho riscontrato piuttosto frequentemente, è questa: molte temono di non essere all’altezza della situazione che la maternità sta proponendo loro. E non è una questione di cromosomi o di diagnosi. Molte si sentono non all’altezza perché non percepiscono il consenso da parte della famiglia o dall’esterno (amici, parenti, colleghi, altre mamme) non ricevono i feedback sperati. È vero: noi mamme abbiamo bisogno anche di riconoscimento e di incoraggiamento, soprattutto quando diventiamo mamme.

Non ho dati sufficienti per esprimermi maggiormente ma pare sia una cosa piuttosto comune. E allora mi chiedo quanto stia influendo l’ambiente famigliare di origine, la relazione con il partner, il contesto sociale e culturale nel farci percepire costantemente non all’altezza della genitorialità che viviamo; inoltre, troppe donne pensano che il ruolo materno sia meno prestigioso di quello che professionalmente ricoprono o potrebbero ricoprire…

Veniamo a noi!
Tra pochi giorni sarà Natale e so che molte di noi probabilmente vivranno giornate in famiglia, giornate che, per mille motivi, possono essere occasioni di stress più che di autentico e duraturo piacere. Come anticipato nell’ultima newsletter, poiché mi sta davvero a cuore sostenere la genitorialità, soprattutto quella consapevole e alle prese con le fatiche dell’apprendere, voglio condividere con voi alcuni passaggi e atteggiamenti che, non senza momenti di difficoltà, ho maturato negli ultimi miei 7 anni di Vita: da quando sono la mamma di Samuele, che proprio oggi compie 7 anni!!!

Di cosa sto imparando a tenere conto per vivere serenamente anche le situazioni di stress con chi si dice non d’accordo o si mostra critico nei confronti delle mie idee e scelte genitoriali:

Uno

NON POSSO PIACERE A TUTTI. LE MIE IDEE NON POSSONO ESSERE CONDIVISE DA TUTTI, PARENTI E FAMIGLIARI COMPRESI. AMEN.

Anzi, direi che spesso vale il detto Nemo propheta acceptus est in patria sua: e va bene naturalmente così, cioè nella naturalità delle cose va bene pensarla in modo diverso. Ciò di cui devo assicurarmi è la bontà dei miei pensieri, idee, atteggiamenti e scelte: non mi interessa far cambiare idea agli altri, ma verificare che quello che anima il mio agire e parlare sia autentico e di Bene per me e i miei figli. Che sia in accordo con il mio partner. Non mi basta essere mossa da buone intenzioni (troppo facile così): mi piace mettermi in gioco, confrontarmi, chiedere agli esperti, informarmi, leggere, confrontarmi e dialogare con mio marito (anche se qualcuno mi ha suggerito di non parlare con lui delle mie posizioni genitoriali…), studiare, formarmi per mantenere accesa la luce dell’onestà intellettuale, verso me, i miei figli e marito prima di tutto. Non mi arrocco nelle mie idee: le discuto e cerco il confronto con chi, professionalmente e in amicizia, può essermi realisticamente di aiuto per mantenere consapevolezza e equilibrio. Cerco il confronto soprattutto con il padre dei miei figli: Alessandro. Solo a lui e ai bambini devo rendere conto delle nostre scelte.

Due

LA MIA PRINCIPALE PRE-OCCUPAZIONE NON E’ RISPONDERE ALLE ATTESE DEGLI ALTRI ADULTI O SUSCITARE IL CONSENSO ALTRUI RISPETTO LE MIE SCELTE GENITORIALI.

No, direi proprio di no! La mia prima priorità è assicurarmi il ben-essere dei miei figli e di mio marito e del nostro matrimonio. E’ fondamentale avere relazioni di qualità, essere circondati da persone che possano nutrire positivamente il nostro esserci come individui e come coppia. La vita è un soffio: viviamola godendocela!

Ancora troppo frequentemente si incontra gente che sottovaluta il sentire dei bambini: cosa vuoi che sia questo per il bambino? In fondo è solo un bambino, non può avere voce in capitolo, cosa ne sa lui?! Io non ho mica cattive intenzioni! Io volevo solo divertire me stesso, provocare nel bambino una reazione buffa, fargli il verso imitando i suoi gesti o ripetendo le sue paroline dette male, ridere con lui di altri (o di lui con altri) … E non capiamo che stiamo già determinando, attraverso le esperienze di oggi, il suo sentire e agire di domani: perché dovremmo arrabbiarci se poi, domani, sarà questo il suo comportamento?

Se il mio preoccuparmi del benessere emotivo dei miei bambini, suscita lamentele, proteste, conflitti negli altri, che preferirebbero, invece, soddisfare i propri bisogni di adulti: pazienza! Questo non è un problema di cui ho io la responsabilità di occuparmi.
La mia priorità è assicurarmi che il mio gruppo famiglia, con particolare riguardo verso chi è più fragile e indifeso, viva relazioni piacevoli, oneste e rispettose. Trovo assurdo che un adulto critichi o protesti perché un genitore afferma la necessità di salvaguardare il ben-essere del proprio piccolo anche nei momenti di relazione tra adulto – piccolo: se comprendo che mio figlio è in difficoltà, che non sta comprendendo ciò che sta capitando, o che sta raccogliendo stimoli che poi rielaborerà male o in modo non funzionale, dovrei forse tacere, rendermi complice o far finta di nulla? Impossibile!

Tre

DIVENTARE GENITORI COMPORTA DELLE RESPONSABILITA’ CONCRETE NEI CONFRONTI DELLA CREATURA NATA, MA NON ESISTE UN PROTOCOLLO DEFINITO UNA VOLTA PER TUTTE E VALIDO PER TUTTI. RICERCA, ESPLORA, OSA: TROVA LA VOSTRA RICETTA, A MODO VOSTRO.

Tengo presente che nel mio essere genitore (ma anche come essere vivente pensante) ho il diritto e dovere (si sente tanto parlare oggi di responsabilità genitoriale…) non solo di esprimere ciò che ritengo opportuno per i miei figli e per la mia giovane famiglia, ma anche di richiedere un certo tipo di approccio a chi vuole avere un contatto importante con i nostri figli tanto quanto di scegliere professionisti e specialisti vicini al nostro pensiero educativo: “scusate, ma la mamma sono io”, direbbe Giorgia Cozza.

Le scelte che io e mio marito viviamo come genitori sono nostre: un giorno ne daremo conto ai nostri figli, oltre che quotidianamente alla nostra coscienza.

Ricordiamoci: non è il contenuto della scelta che sostanzia il valore di quel genitore.
Che un genitore abbia compiuto lo sforzo di SCEGLIERE la fascia piuttosto che il passeggino, il biberon, il ciuccio, un’alimentazione vegana, i pannolini lavabili, i pannolini industriali, di allattare a richiesta, l’allattamento prolungato, il cosleeping piuttosto che camere separate fin dalla nascita, di limitare merendine e zuccheri, lo svezzamento tradizionale, niente schermi, l’autosvezzamento, lo svezzamento misto, homeschooling, scuola statale, il girello, il respectul pareting, di formarci, di informarci, ecc ecc ecc.. sono scelte personali dei genitori che non mi dicono il valore ed efficacia di quei genitori, ma le modalità tramite cui loro esercitano la propria genitorialità. Possiamo non condividerle, va bene. Noi faremo altre scelte: va bene.

Scegliere è sempre faticoso; lasciarsi trasportare dalle scelte altrui: più semplice. I genitori della nostra generazione disponiamo generalmente di una gran quantità di informazione: informiamoci, confrontiamoci, formiamoci.

Scelte ponderate e ragionate, adeguate alle persone, ai Bambini coinvolti, alle forze della coppia genitoriale, che rispecchiano un modo di sentire, che sono l’espressione di una modalità di cura verso il proprio cucciolo (prendiamo in considerazione naturalmente tutte quelle scelte di Bene, che non umiliano, non mortificano, non picchiano, non esercitano violenza verbale, emotiva e fisica).

Io che ho scelto la fascia sono più o meno mamma di un’altra donna che non ha mai portato il proprio bambino in fascia? No!

Noi che stiamo scegliendo il recpectul parenting siamo più o meno genitori di altri che si approcciano con un stile educativo tradizionale? No!

Quello che ritengo fondamentale è la volontà di SCELTA: mi interrogo, penso, cerco, ricerco, elaboro, scelgo, provo, verifico, e ripenso, ricerco…

Quattro

SONO CONSAPEVOLE CHE I MIEI FIGLI IMPARANO A VIVERE ANCHE GUARDANDO I COMPORTAMENTI CHE ATTUO IN RISPOSTA AI FATTI DELLA VITA.

Le mie risposte, qualunque esse siano, influenzano la crescita dei miei figli. Il mio intervenire o meno in una certa situazione e anche la modalità di intervento che scelgo sono un modello di riferimento per la crescita dei miei figli: così come i bambini ci mettono alla prova per capire come noi gestiamo frustrazione e stress e da questo imparare per se stessi, allo stesso modo il mio parlare, dire, atteggiarmi, esprimermi in risposta alle relazioni di stress esterni potrà aiutare i miei bambini a imparare come relazionarsi con gli altri, anche in situazioni non gradite.

Nella nostra cultura ci sono cose che sono faticose generalmente: come per esempio esprimere un punto di vista differente da quello percepito adeguato in un certo gruppo sociale. Esempio: in alcune famiglie è lecito toccare la pancia ai bambini sottolineandone la grandezza e quindi l’essere più o meno in sovrappeso di quel bambino. Ci sono bambini che vengono definiti come ”ciccioni”, ”grassi” dagli stessi parenti: non è la descrizione di un certo dato di fatto (es. il peso eccessivo) a essere problematico ma il fatto che un adulto usi quel parametro come veicolo di derisione. Tanto più se verso un cucciolo d’uomo. Cosa posso fare io, mamma, ma anche io zia – amica – sorella – ecc, quando assisto a situazioni del genere? Si possono dire e fare tante cose per interrompere ”circoli viziosi” e non lasciare soli i bambini: ad es. ”Carletto, ti piace che lo zio ti stia toccando la pancia?”; “E’ vero piccolo Giovanni, tu sei più basso di Paolo. Non è l’altezza però a determinare il nostro valore: siamo importanti tutti: alti, bassi, magri o grassi”.

Rivolgendomi all’adulto potrei intervenire così: “Nonno Piero, devo dirti che a Carletto non piace che gli si tocchi il sederino, nemmeno per gioco. Come pensi, inoltre, di spiegargli che lui può/deve accettare di essere toccato da un adulto senza poter agire lo stesso comportamento su altri?” .

Oppure posso dare voce io stessa alle emozioni e pensiero del mio bambino non ancora in grado di verbalizzare.

Se mi trovo davanti a un interlocutore disponibile e attento, capace di mettere in discussione le proprie posizioni, posso spiegare di più. Per esempio che il senso del pudore è un ambito estremamente delicato e personale, da non invadere, nemmeno quando un bambino non parla; posso spiegare anche che per un bambino con reali fatiche cognitive o per un bimbo ancora piccolo può essere realmente faticoso comprendere quando considerare uno comportamento lecito e quando no.

Cinque

OGNI GENITORE PUO’ INTERROMPERE I “CIRCOLI VIZIOSI” A CUI E’ LEGATO.

Ho il diritto e dovere di esprimermi anche se questo contrasta con le opinioni degli altri, anche se questo urta le tradizioni di famiglia, con le abitudini che, per quieto vivere, abbiamo finora deciso di sopportate.

Ci sono situazioni, contesti, parole, fatti che possiamo scegliere di interrompere e all’interno dei quali non coinvolgere i nostri figli. Faremo altri sbagli noi giovani genitori. Certo. Ma è possibile interrompere modalità di relazioni non funzionali e catene di legami viziati di cui siamo consapevoli.

Stai sereno, ti svelo un segreto: la famiglia del mulino bianco non esiste!

E’ importante interrompere le modalità di relazione viziate, non funzionali; non le relazioni con le persone. Ma rispetto a questo è necessario che tutti gli attori coinvolti siano disponibili, altrimenti è più probabile che vengano interrotte le relazioni.

Sei

TU PUOI!

La felicità è anche una scelta: non possiamo controllare tutto ciò che succede nella Vita, non tutto dipende dalla nostra volontà. Possiamo però scegliere come reagire.

La vita non è aspettare che passi la tempesta,

ma imparare a ballare sotto la pioggia

Rilassati: non esistono i genitori perfetti, e i nostri figli d’altra parte non hanno bisogno di questo. Non esistono ricette magiche per essere genitori. Esistono i genitori che fanno del loro meglio con le risorse che hanno. Di questo ho scritto in questo articolo: 4 cose da fare quando non ti senti adeguato. Spesso però è necessario ritornare indietro nel tempo per comprendere da dove nascono alcuni nostri (e altrui) comportamenti, atteggiamenti e.. bisogni!

E con le parole di Arnold Oren ti auguro un sereno Buon Natale!

Ti dò alcuni suggerimenti, ascoltali, se vuoi.

Al tuo nemico regala il perdono.

Al tuo avversario regala la tolleranza.

Al tuo amico regala il tuo cuore.

Al tuo cliente regala il tuo servizio.

A tutti regala carità, e soprattutto a ogni Bambino regala il tuo buon esempio.

E poi, se devi fare un dono per te stesso, regalati rispetto e le condizioni per averla.

Arnold Oren

Abbiamo in programma un’altra edizione del nostro corso gratuito Quattro passi per genitori sufficientemente buoni. Questa proposta esiste per rispondere ad alcune esigenze dei genitori di oggi: tramite il corso regalo strategie e suggerimenti di atteggiamenti per poter essere concretamente da supporto all’apprendere dei figli e nella relazione con loro. A breve le prossime date…

Expert Teacher, caregiver, sibling
Mi occupo di apprendimento, dei processi cognitivi dell’apprendere e di metacognizione, a servizio soprattutto di chi non si basta da solo cognitivamente.
Lo faccio in ottica neuropedagogica e della pedagogia della mediazione del dott. Feuerstein.

Formazione attualmente in programma o disponibile

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