“Nessun bambino è perduto se ha un insegnante che crede in lui”:

Oggi rientrano in classe gli insegnanti: il loro feedback è molto prezioso per la Vita dei propri alunni. In-segnare: non c’è lavoro più bello al mondo!

Prendiamo in prestito questa celebre frase di Bernhard Bueb per farne il nostro slogan di buon primo giorno di scuola a tutti gli insegnanti che oggi rientrano a scuola!
Maestre, maestri, prof, professori, professoresse: quanto siamo importanti nella Vita dei nostri alunni?
Quanto possiamo influire sul loro personale percorso di apprendimento?

Io, da insegnante e da mamma, credo moltissimo: ogni alunno ha bisogno dell’approvazione e del riconoscimento anche del proprio insegnante.



È vero che nel migliore dei casi, un insegnante prende in carico un alunno al massimo solo per cinque anni di seguito: si tratta di un lasso di tempo quasi impercettibile, rispetto a una vita intera. E quindi si potrebbe pensare di avere poco peso nella vita dei bambini e dei ragazzi.
… Eppure…
Eppure a noi l’onore e l’onere di farci carico, nel migliore dei modi che ci è possibile, di ogni bambino e ragazzo che ci viene affidato per accompagnarlo e sostenerlo nel suo rendere la propria vita un’opera d’arte, nell’imparare a mettere la testa dentro alle proprie passioni, passo dopo passo, giorno dopo giorno.

In questi giorni c’è un gran parlare del rientro a scuola ed emerge chiaramente la necessità di ridisegnarla in modalità nuove, più adeguate all’oggi che viviamo.
Ci vorrà tempo: cambiamenti di questo genere richiedono tempo, il coraggio di scelte nuove, energie da parte di molti.

Intanto però si riparte anche nella modalità oggi ritenuta “tradizionale” e il mio pensiero non può che andare a tutti i colleghi che occuperanno le cattedre in questo particolare anno scolastico: a quelli che si ancorano dietro la cattedra, a quelli che la abitano standoci sopra, a quelli che la vivono davanti, e a quelli che non la vorrebbero più.

Qualunque sia la nostra posizione rispetto alla “cattedra”, e alla didattica e alla scuola di questo nostro tempo, non va dimenticato che ciascun insegnante ha la delicata occasione di lasciare un segno dentro, può in-segnare la vita dei propri ragazzi.
Facciamo che sia un segno di qualità, facciamo che sia una traccia formativa per la loro preziosa Vita, che orienti i più giovani a scoprire il meglio del proprio sé.

E allora questo mio augurio di buon nuovo anno scolastico, vi accompagna con il suggerimento di un bellissimo libro: Il punto di Reynolds, che illustra in modo impeccabile quanto sia importante per un bambino l’idea che l’insegnante ha di lui e quanto l’adulto possa influire rispetto al futuro del piccolo.

Vashti sostiene di non saper disegnare.

La sua maestra, invece, non la pensa così.

L’insegnante crede ci sia un certo impulso creativo in ciascun bambino e che dove c’è un punto c’è un inizio, una possibilità di scoprire se stessi. Perché di fatto è di questo che la maggior parte delle volte si tratta: un alunno non riesce, o non ci prova nemmeno, prima di tutto perché crede di non essere capace.


E invece questa volta avviene una “magia”: la maestra, in modo concreto, valorizza la bambina che pensa di non essere in grado, e la piccola riacquista sicurezza e fiducia nelle proprie potenzialità creative e grafiche.

Devo dire che questo eloquente libro ci ha aiutati moltissimo in un momento in cui Samuele non voleva più colorare: evidentemente alcune esperienze lo avevano demoralizzato e aveva perso entusiasmo per un’attività che gli era sempre piaciuta.
Siamo ripartiti insieme da qua: per prima cosa ho proposto proprio la lettura di questo libro, e poi il percorso di cui vi ho già raccontato in un precedente articolo ( 👉🏼 Clicca qua per l’articolo su come abbiamo imparato insieme a impugnare correttamente gli strumenti grafici e a colorare dentro i bordi).

Cosa ci è successo dopo?
È successo che Samuele ha voluto leggere e ascoltare questa storia miliardi di volte e che, pian piano, ha ricominciato ad avere fiducia nelle proprie capacità, accettando di giocare insieme con i colori: oggi il nostro percorso di apprendimento grafico continua a vele spiegate!

Sapete, invece, come si conclude la storia di Vashti?

Nel migliore dei finali possibili: la bambina fa sua la lezione della maestra e si pone nei confronti di un compagno in difficoltà come stimolo positivo e incoraggiamento.

La scuola d’altra parte non è anche questo?
Un modello di vita insieme per prenderci uno cura dell’altro.

Buon anno scolastico a tutti gli insegnanti:
nel migliore dei modi possibili, prendiamoci cura delle creature che le famiglie ci affidano ancora.

Se sei interessato ad acquistare il libro, Il Punto, puoi utilizzare questo link: 👉🏼 Clicca qui.

Expert Teacher, caregiver, sibling
Mi occupo di apprendimento, dei processi cognitivi dell’apprendere e di metacognizione, a servizio soprattutto di chi non si basta da solo cognitivamente.
Lo faccio in ottica neuropedagogica e della pedagogia della mediazione del dott. Feuerstein.

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