La cucina degli Scarabocchi

Lo scarabocchio nella nostra cultura: è valorizzato?

Possono essere molti i modi in cui un adulto, insegnante, educatore o genitore che sia, si approccia agli scarabocchi dei bambini.
Temo che nella nostra cultura questa espressione grafica abbia ancora una accezione per lo più negativa: sono, infatti, numerosi i modi di dire che testimoniano come, secondo una certa mentalità, lo scarabocchio sia una scrittura senza significato, un tentativo mal riuscito, approssimativo, istintivo e poco pensato, di esprimere la propria creatività e il proprio mondo interiore tramite una certa modalità grafomotoria.
Se poi si tratta dello scarabocchio di un bambino piccolo, il più delle volte non gli si attribuisce neppur valore.



Io stessa sto, finalmente, maturando un altro approccio a questa prima fase dell’espressione del sé, tipica dei bambini, comprendendone così la valenza assolutamente grande e profonda, che va oltre l’essere un mero tentativo.

Come abbiamo già detto nell’articolo “Come apprendiamo a scrivere?”, lo scarabocchio:

è una delle prime possibilità che il bimbo ha per lasciare traccia di sé e per lo più viene effettuato per il puro piacere di realizzare movimenti con la mano, di sperimentare e di esprimersi. Alcune delle sue caratteristiche sono: l’impulsività del gesto, la mancanza dell’appoggio del gomito sul foglio e il non rispetto dei margini del supporto grafico. 

In realtà anche molti adulti amano scarabocchiare: è un’attività che può favorire la concentrazione, l’ideazione o che può esprimere la capacità/necessità creativa di trovare altre soluzioni rispetto una questione.

Libertà creativa: quando movimento e pensiero possono incontrarsi

Tornando al mondo dell’apprendimento infantile, comincio a comprendere che lo scarabocchio sia una conquista fondamentale, che può essere incentivata anche dopo che il bambino abbia raggiunto successive competenze: tramite lo scarabocchio, libera e spontanea espressione grafica, si possono realizzare nuove esperienze grafomotorie.

Io ho sempre proposto ai miei figli esperienze con i colori: a tutte le età (ho atteso che fossero capaci di gattonare, perciò di muoversi più autonomamente), in giardino come in casa, seduti composti così come in movimento o a terra; su supporto orizzontale così come in verticale; scalzi o vestiti…

Un bimbo piccolissimo si diverte a esplorare con il proprio corpo, a scarabbocchiare se stesso, dipingendosi in modo grossolano così come poi con estrema precisione; dapprima si sperimenta usando il proprio corpo come mezzo per lasciare un segno sulla carta oltre che per il piacere di “modificare” il proprio corpo tramite il colore 🎨

Poi, crescendo, il bambino può sperimentate una organizzazione del movimento e una combinazioni di colori, macchie, forme, punti, linee che magari fino a quel momento non era ancora stata tentata, può anche sperimentare movimenti del braccio/polso/mani/dita… che finora non aveva avuto modo di vivere.

Si tratta insomma di esplorazioni tramite le quali il bambino potrà non solo assaporare la bellezza della propria libertà creativa ma anche acquisire nuove informazioni relative ai propri movimenti, alle proprie idee, preferenze, e possibilità di forme e di combinazioni.

Al di là dei luoghi comuni, mi sembra perciò che lo scarabocchio sia una bella opportunità di creatività!


Per alcuni bambini, quelli che fanno per esempio fatica a vivere una dimensione di “movimento di pensiero“ o libertà di espressione e di movimento, potrebbe risultare infatti difficile scarabocchiare o variare alcuni schemi precedentemente acquisiti, vivendo in modo più limitato la capacità di modificare i propri gesti grafo-motori. A noi l’onore di essere loro da supporto e accompagnarli alla scoperta di esplorazioni di altre possibilità di movimento e di combinazioni!


Poi, pian piano, crescendo, si approda a una fase di grafomotricità che si avvicina alla scrittura e che generalmente viene curato dagli adulti con delle proposte di “pregrafismo”: il bambino viene accompagnato nel conoscere forme speciali, come le lettere e alcune forme geometriche, e nel ricreare lui stesso linee e forme di diversa fattezza, geometriche e letterarie, imparando a orchestrare insieme i nuovi diversi elementi, all’interno di spazi più ridotti, rispettando le regole di visuospazialità che molti adulti danno per scontate nel proprio rapporto con una pagina da scrivere.

Crescendo il bambino e compiendo altre esperienze psicomotorie, impara a muovere maggiormente l’avambraccio, le linee diventano più curve, l’impugnatura diventa digitale e l’occhio inizia a guidare il movimento della mano. Questa abilità di coordinazione occhio-mano (che i bambini allenano fin da neonati) sarà utilissima per riuscire a tracciare i cerchi, ad esempio.

Cosa può fare un adulto per sostenere queste conquiste?

Si può scegliere di elaborare delle proposte tradizionali oppure di ideare un percorso originale, entusiasmante e, possibilmente, personalizzato, senza prevedere necessariamente la compilazione di schede e pagine noiose e poco interessanti per i bambini.

Ricordiamoci che la scienza ci dice oggi che si apprende meglio e di più se mettiamo in moto energie ed emozioni positive!
Uno strumento che in questo senso ci sta risultando molto utile è proprio La cucina degli Scarabocchi di Hervé Tullet: al bambino si da l’opportunità di creare delle magnifiche ricette, allenando il proprio gesto grafico e soddisfacendo la propria creatività 🎉
al via dunque: insalata veloce di cerchi, delizia di scarabocchi, minestra di zig zag, stufato di puntini, souffle’ di matite, e…tanto altro ancOra! per finire: non poteva di certo mancare la sorpresa dello schef!
Quali strumenti grafici offrire?

Samuele oramai utilizza i pennarelli con disinvoltura e i pastelli sono una recente conquista!
Gabriele, 20 mesi, si diverte prima di tutto a imitare suo fratello: la sua richiesta più frequente è infatti quella di colorare utilizzando tempere e pennarelli… “come Samu”, anche combinati insieme!
Naturalmente al piccolo propongo per lo più la possibilità di esplorare il colore e le diverse espressioni grafiche, utilizzando le mani, spugnette di diverse fattezze, stampini fai-da-te o reali, pennelli grossi (che mi chiede per imitare il fratello), rulli, il corpo, …

Su quali supporti scarabbocchiare?

A Samuele propongo un ingrandimento in A3 o un A4 di alcune delle proposte di Tullet tratte dal testo “La cucina degli Scarabocchi”, oppure un foglio bianco, una lavagna su parete verticale o obliqua, un foglio A3 o un cartellone su parete verticale, fogli per terre che simulino piste o stradine…. realizzando degli scarabocchi o altre esplorazioni grafiche inseriti in percorsi psicomotori e in laboratori di grafomotricità.

Da che eta propoRre attivita di questo genere?

Ricapitoliamo:

  1. personalmente ho proposto attività di sperimentazione del colore fin da piccolissimi! Ho atteso che i bambini avessero circa 6-8 mesi. Mi organizzavo in modo tale che l’attività risultasse a loro misura, in termini anche di impatto sul corpo, emotivo e di durata temporale.
  2. Crescendo, a volte sono liberi di scegliere loro stessi supporti, strumenti grafici da usare e grandezza della carta a disposizione. Altre volte mi presento con una proposta già confezionata, ma leggermente diversa dalle precedenti: qualche sorpresa o novità c’è sempre e ci aiuta ad accettare cambiamenti e mantenerci flessibili!
  3. Pian piano Samuele è giunto alla fase del cosiddetto “pregrafismo”, quindi queste esplorazioni e sperimenti hanno assunto il gusto della scoperta di forme e linee ben precise: da riconoscere e da rielaborare. Al puro divertimento e piacere di movimento è subentrato lo “studio” del gesto grafico e la cura della dimensione di grafomotricità.

Tullet in questo ci aiuta: mi dà sempre la possibilità di recuperare nuove idee e interessanti contesti di gioco all’interno dei quali inserire proposte a supporto del percorso di apprendimento di Samuele.


Nb

Alla fine di ogni attività, recupero il foglio, scrivo il nome del bambino, la data di realizzazione dell’opera e qualche particolare che ho osservato io o che mi è stato raccontato dal bambino: inserisco l’opera all’interno di una cartellina. Ogni tanto riguardiamo questi lavori, li commentiamo insieme, ma, soprattutto, con Samuele notiamo quanto sia cresciuto anche da questo punto di vista: l’occasione è buona per notare quali abilità e competenze ci siano oggi e farsi una buona dose di complimenti!!!
Altri lavori, invece, quelli a cui lui tiene di più o che sono costati più fatica vengono appesi in giro per casa!


LA CUCINA
degli SCARABOCCHI
🔹 Copertina flessibile
🔹 Prima pubblicazione: 2011
🔹 Misure: circa 33×25
🔹 Costo: 14,25 €
🔹 Link Amazon: qua

Rachele Nicolucci
Mi occupo di apprendimento, dei processi cognitivi dell’apprendere e di metacognizione, a servizio soprattutto di chi non si basta da solo cognitivamente.
Lo faccio in ottica neuropedagogica e della pedagogia della mediazione del dott. Feuerstein.

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2 commenti su “La cucina degli Scarabocchi”

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