Come è iniziato il nostro felice percorso fatto di esperienze di apprendimento con due bambini, uno dei quali con la sindrome di Down (che io preferisco chiamare trisomia 21).


Mettiti comodo e seguimi passo dopo passo: in questo articolo, scritto in giugno 2020, ti racconto come è gradualmente nata l’esigenza di strutturare percorsi di apprendimento per il mio Bambino e quali sono stati i primi elementi importanti. L’articolo è corposo e merita attenzione perché in esso condivido molti passaggi fondamentali per la nostra esperienza, che possono diventare importanti anche nella tua.
Buona lettura!
In quale contesto sono nati i “Book EXPERIENCES” 2020
Quando mi è stato chiaro che a scuola i bambini non sarebbero più ritornati e che avremmo vissuto realmente un periodo di “isolamento” inaspettato e per un tempo indefinito (febbraio 2020), ho deciso di raccogliere le mie energie e capacità a beneficio delle due creature che mi sono state affidate, affinché quel tempo in casa potesse essere comunque proficuo e realmente importante per la loro crescita armonica, per il loro sviluppo e quindi per il loro apprendere.
Così, proprio durante le prime giornate pandemiche, ri-definita una certa routine famigliare su misura dei bambini, ho deciso di dedicare ogni mattina del tempo al “gioco intelligente” con Samuele: io e lui.
Da soli.
Premetto che fin dai primi mesi dopo la sua nascita mi è stato piuttosto naturale dedicargli del tempo per giocare insieme in modo “intelligente”, e cioè intenzionale, stimolando e generalizzando abilità, funzioni e apprendimenti (puoi trovare spunti nella Rubrica Mi muovo e imparo). In febbraio 2020 succede, invece, che mi diventa chiaro che proporre attività – gioco slegate l’una dalle altre funziona poco: decido perciò di trovare un filo conduttore stimolante, motivante e piacevole per il bambino attraverso cui accompagnare la proposta settimanale.
Da subito ricevo un feedback chiaro e positivo da parte del mio Bambino: giocare insieme in questo modo, seguendo per esempio una storia o un argomento di suo interesse, funziona meglio e di più.
E’ così che abbiamo iniziato a reinventarci, per adattarci al meglio a una situazione inaspettata e negativa (come la pandemia 2020), per poi gradualmente scrivere la nostra Vita diversamente da quello che avremmo potuto immaginare…
Il primo Book EXEPERIENCES
Dunque, come dicevo, l’idea di strutturare in un certo modo le nostre sessioni di gioco nasce a ridosso di Pasqua (2020): è per questo che allora decido che la proposta di gioco (anche cognitivo) di quella settimana sarebbe stata legata al significato culturale e spirituale che noi diamo alla Pasqua, ovviamente declinata attraverso un linguaggio e mediata di un significato realmente interessante e accessibile anche al mio bambino.
Inizio a lavorare affinché la proposta settimanale risultasse ogni giorno “cucita su misura”, non solo nei contenuti proposti ma anche nelle modalità di approccio: e quindi, nel pensare e nel realizzare il percorso di apprendimento (che poi costituirà il Book EXEPERIENCES), tengo anche conto di una serie di elementi, tra cui l’età di Samuele, le sue preferenze e necessità, le sue reali capacità, abilità emergenti, le mie risorse e tempo a disposizione, i suoi tempi e sue fragilità, la presenza di suo fratello curioso e partecipe, del contesto e ambiente che abbiamo a nostra disposizione, delle mie e sue capacità e motivazioni…
Insomma: inizia il nostro agire a modo nostro.
Quando l’esperienza professionale si intreccia con quella personale
Così succede che, gradualmente e in un contesto del tutto inaspettato (come è stata la pandemia 2020), due aspetti di me, quelli che avevo sempre desiderato nettamente separare (lavoro e vita personale), iniziano non solo a dialogare tra loro ma anche a supportarsi reciprocamente.
Accade infatti, lentamente, che con la mia curiosità e attitudine di (allora) insegnante di scuola secondaria, mescolatasi alla contingenza del momento storico-sociale (prima chiusura pandemica 2020), valico quei “confini” generalmente nettamente disegnati tra educazione e istruzione, scuola – famiglia: confini per lo più convenzionali, eretti dai fautori del “a ciascuno il suo”, come se poi la nostra vita possa veramente essere fatta a strati e noi vivere a settori…
L’agire del genitore contribuisce allo sviluppo cerebrale del Bambino
E così, proprio quando meno me lo aspettavo, insieme ai miei Bambini ho iniziato (marzo 2020) una esperienza intensa e importante, che è anche oggetto di studio per me attraverso la mia continua formazione in neuropedagogia: io, genitore insegnante, inizio (durante le prime settimane Covid) a proporre percorsi di apprendimento al mio Bambino.
Facciamo chiarezza: non si tratta di valutare se un genitore abbia o non abbia la capacità – attitudine – ruolo per insegnare al proprio figlio. Non ha più senso, ai giorni nostri, ergere confini di separazione scuola – famiglia, istruzione – educazione; teniamo conto in ogni caso del fatto che la legge riconosca al genitore la responsabilità di istruire il proprio figlio e che il genitore può assolvere questo compito scegliendo di farlo in prima persona (istruzione parentale) o delegando ( es. scuola statale, paritaria, privata) – per info clicca qua-.
Il punto da focalizzare è un altro: ogni genitore attraverso il proprio agire, il proprio parlare, la propria persona e presenza, e quindi occupandosi anche dell’educazione dei figli, contribuisce allo sviluppo cerebrale del proprio Bambino, contribuisce a allenare funzioni (anche cognitive) e a dare “forma al cervello”. Capite? Non si tratta di sovrapposizione di ruoli, di confini superati o da valicare impavidamente. Il discorso va affrontato diversamente: quei confini non hanno motivo di esistere perché ogni adulto di riferimento, tanto più se significativo (come un genitore), attraverso le esperienze che propone e attraverso il suo stesso modo di interagire lascia un segno (in-segnare) nel modo assolutamente individuale in cui matura il cervello del proprio Bambino. E questo, generalmente, un genitore lo fa in modo spontaneo, e spesso inconsapevolmente, quando il Bambino muove i primi passi, quando balbetta le prime sillabe e da là, proprio grazie all’intervento e all’interazione del genitore, nasceranno le prime parole, quando gli insegna a andare in bicicletta, a giocare a nascondino, a svuotare la lavastoglie e a rifarsi il letto, a lavarsi i denti e a arrampicarsi al parco o su un albero…
Un documento di cui mi sono servita per i Book EXEPERIENCES
Per tessere un percorso di apprendimento personalizzato per il mio Bambino (dell’aspetto organizzativo ho parlato in questo articolo), inizialmente (marzo 2020) mi sono servita di un documento scolastico. In questo documento ministeriale, che ogni insegnante oramai conosce, Indicazioni Nazionali per il curricolo dell’infanzia e del primo ciclo scolastico, sono contenuti gli obiettivi di apprendimento e i traguardi per lo sviluppo di competenze, anche relativi alla scuola dell’infanzia.
Nelle stesse Indicazioni Nazionali (2012) si legge:
“Essi rappresentano dei riferimenti ineludibili per gli insegnanti, indicano piste culturali e didattiche da percorrere e aiutano a finalizzare l’azione educativa allo sviluppo integrale dell’allievo.”
(Il grassetto nella citazione è mio e sono certa avrà attirato la tua attenzione correttamente… )
Nelle Indicazioni Nazionali vengono in modo particolare definiti i campi di esperienza da sostenere proprio durante l’infanzia e tramite l’intervento didattico a scuola:
- il sé e l’altro
- il corpo e il movimento
- immagini, suoni, colori
- i discorsi e le parole
- la conoscenza del mondo (oggetti, fenomeni, viventi; numero e spazio).
Nello stesso documento si parla pure di competenze sociali, anche metacognitive (di metacognizione io ti parlo in modo più specifico e pragmatico in questa Rubrica Tra metacognizione e divertimento. Esperienze di apprendimento), di curricolo verticale, di centralità della persona, di ambienti di apprendimento, di progettazione, di formazione continua.
Si tratta di un documento prezioso che io credo dovrebbe essere conosciuto non solo da chi fa la scuola, docenti e studenti, ma anche da chi sceglie di affidare alla scuola il proprio Bambino: è un documento che avrebbe dovuto aiutare la scuola italiana a traghettare dall’essere la scuola del programma al diventare la scuola delle competenze…
Neuroplasticità
Il tempo dell’infanzia è un periodo della vita davvero prezioso. Anzi: direi il periodo di tempo più prezioso!
Oggi lo sappiamo: il cervello dell’uomo è plastico, sopratutto durante i suoi primi anni di Vita.
Proprio per questo i primi anni della vita umana sono i più importanti di cui l’Uomo disponga: vanno trattati con cura e spesi nel migliore dei modi possibili. Sono da intendersi davvero come un periodo critico, e poi periodo sensibile, all’interno del quale tempo le esperienze vissute influiscono moltissimo sullo sviluppo dell’individuo.
In questi anni ho avuto modo di comprendere quanto sia fondamentale non tanto trasmettere quantità di informazioni (rischiando di “ingozzare” i nostri figli di contenuti, concetti, prestazioni, ecc), quanto, invece, permettere ai bambini stessi di essere attori e protagonisti attivi del loro percorso di apprendimento.

Elementi caratterizzanti i primi percorsi di apprendimento poi raccolti nei primi Book EXEPERIENCES
Marzo 2020. Comprendendo che, per noi, avrebbe dovuto trattarsi di un PERCORSO di APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO, e a partire da quella settimana di studio insieme in occasione della Pasqua (2020), ho avuto cura di questi elementi:
- Cadenza settimanale. I nostri primi percorsi di apprendimento erano organizzati su base settimanale, dal lunedì al venerdì, divisibile quindi in 5 sessioni di attività – gioco visualizzabili tramite un calendario cartaceo.
- Il tempo a disposizione per l’attività: circa un’ora/un’ora e mezza, il tempo in cui con Samuele riusciamo a iniziare e concludere le proposte.
- I tempi di apprendimento, quelli necessari per sostare su un argomento, sono quelli personali del bambino che riceve la proposta, al di là dell’età e di etichette/diagnosi varie. E questo tempo personale, individuale, di apprendimento, non ipotizzabile a priori, rappresenta l’unità di misura necessaria per programmare correttamente le proposte successive.
- Le 5 tappe non occorre siano necessariamente propedeutiche una all’altra: a volte devono esserlo (come per esempio nella storia della crescita del pulcino), altre volte, come ad esempio nella settimana del lavoro sui rettili, non è stato necessario.
- Il contenuto deve essere interessante prima di tutto per il bambino e diventare SIGNIFICATIVO per lui. Può trattarsi di qualcosa che già piace al bambino ma che non è ancora non ben conosciuto (es. le famiglie degli animali, le parti della bicicletta, ecc..) oppure che risulti importante da acquisire (impariamo ad usare meglio la bicicletta o la bicicletta da più grandi). Questi sono esempi di lavoro della primavera 2020: oggi, ottobre 2022, Samu in bicicletta ci va davvero e si sposta per le vie del comune in bici e accompagnato da un adulto.
- Gli argomenti proposti ruotano attorno ai 5 campi di esperienza, che saggiamente propone la scuola: il sé e l’altro; il movimento e il gioco; immagini, suoni e colori; discorsi e parole; conoscenza del mondo.
- Il modello educativo di riferimento per noi è sempre lo stesso da anni: un rapporto dialogico, di reciprocità educativa, che richiede a me, adulto, una buona dose di flessibilità, creatività e di ascolto attivo; al bambino la capacità di stare nella relazione qui ed ora e di lavorare insieme in una dimensione di “sfida ottimale”. Non ci sono voti, ma solo l’invito a un’azione di auto-valutazione in chiave metacognitiva e di presa di coscienza del sé.
- Avendo intrapreso questa avventura in tempo di piena pandemia e dovendo perciò adeguarsi alle misure governative, è stato possibile, in un primo momento, utilizzare per lo più mediatori iconici, analogici, simbolici, fantastici. Avrei preferito di gran lunga ricorrere per lo più solo a dei mediatori attivi (ovvero uscite, visite a parchi, monumenti, musei, gite ad hoc, esplorazione senso motoria reale, dal vivo, ecc…), che oggi – ottobre 2022- ci caratterizzano alla grande. In ogni caso ho sempre preferito privilegiare la dimensione dell’apprendimento sensorimotorio.
- L’approccio metodologico è tendenzialmente quello dell’interazione con la realtà, dell’imparare facendo, learning by doing. Ho cercato di organizzare e preferire per lo più attività di scoperta, di sperimentazione, di storytelling, laboratoriali, di metacognizione, di problem solving.
- Quali “programmi” seguire? Quale metodo di apprendimento? Quale esperto seguire nella scelta dell’attività e nella organizzazione del percorso? … Samuele!
La mia scelta è la seguente: faccio tesoro di ogni mia traiettoria formativa, personale e professionale, utilizzo tutte le mie conoscenze e capacità, custodisco ogni stimolo e suggerimento ricevuto ma rielaboro solo a modo nostro gli input che altri mi hanno dato direttamente o indirettamente: tra tutti, a mio parere, l’unico vero esperto di riferimento in grado di indicare se la strada intrapresa è giusta è semplicemente Samuele, e cioè è solo la risposta del Bambino che può dire se la proposta è significativa e efficace in termini di stimolazioni e di sviluppo armonico.
Chi orienta il nostro fare di genitori, educatori e insegnanti, chi sostanzia di significato e senso i nostri pensieri e azioni sono infatti proprio i bambini protagonisti di queste nostre proposte.
In casa, sono Samuele e Gabriele che mi fanno comprendere che il percorso ideato funziona o che, invece, c’è qualcosa da aggiustare o rivedere. - Fulcro di queste proposte è la crescita del bambino, intesa il più ampiamente possibile. Allora diventa necessario individuare i punti di forza del piccolo e gli elementi in cui può crescere e migliorarsi, stilando un vero programma di lavoro, per punti prioritari.
- Infine, desiderando tracciare memoria di questi percorsi di apprendimento, sia per un riscontro e utilizzo personale che per regalarlo ad altri, nasce l’idea dello strutturare più adeguatamente un Book EXPERIENCES. Esso ha dunque il semplice intento di farvi vedere, tramite una proposta per lo più cartacea, come e cosa sto realizzando con il mio Bambino, come stiamo affrontando l’approccio a nozioni e informazioni che possono essere nuove per lui, come stiamo lavorando in ambito cognitivo, come stiamo potenziando alcune abilità e competenze. Un lavoro esclusivo per bimbi con trisomia 21? Non direi proprio! Non bisogna (non bisognerebbe) convivere con un cromosoma in più per avere il diritto di godere di percorsi di apprendimento personalizzati !!!!
- L’idea di fondo non è allora quella di inventare un ennesimo progetto da “fotocopiare” per altri bambini o da proporre senza distinzione ed elaborazione alcuna, quanto quella di testimoniare che un intervento educativo didattico precoce e intelligente, ovvero caratterizzato da alcuni elementi ben precisi, continuo e costante, può sostenere e orientare in modo molto efficace il percorso di apprendimento di ogni bambino, con o senza cromosomi fuori posto. Desidero anche testimoniare che risulta di gran lunga vincente per ogni figlio/alunno godere di fiducia incondizionata (approfondisci con questo articolo Fidarsi è bene. Fidarsi dei bambini è meglio), vivere esperienze di apprendimento e di vita senza lasciarsi condizionare da diagnosi, pregiudizi, credenze, ignoranze, ecc…
Concludendo
Per diversi mesi ho condiviso gratuitamente i primi Book EXEPERIENCES a chiunque ne facesse richiesta attraverso il sito: così ne abbiamo regalate quasi 600 copie digitali. Alcune dei vostri feedback sono raccolti qua: testimonianze.
Poi, per varie ragioni, abbiamo deciso di interrompere questo meccanismo, e abbiamo regalato un corso gratuito attraverso cui sviluppare attenzioni di cura cognitiva per elaborare ciascuno il proprio percorso di apprendimento.
Adesso ti chiedo: quale gratuità (e perché!) ti piacerebbe trovare in questo sito? Fammelo sapere nei commenti!

Rachele Nicolucci
Mi occupo di apprendimento, dei processi cognitivi dell’apprendere e di metacognizione, a servizio soprattutto di chi non si basta da solo cognitivamente.
Lo faccio in ottica neuropedagogica e della pedagogia della mediazione del dott. Feuerstein.
Novità formativa imperdibile!!!
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Ciao Rachele
Vi seguo un po un sordina per i vari impegni ma sono sempre entusiasta di quanto scrivi e proponi. Secondo me servirebbe proprio una banca dati un po come già hai fatto con i vari esempi di vari apprendimenti utile all occorrenza. Non perché vogliamo tutto e subito ma perché so che dietro c é un lavoro di metacognizione e un’attenzione nella scelta didattica proposta perché sei una mamma che lo fa x il proprio figlio oltre che una professionista. Ecco l importanza dei book experiens e non solo può essere un idea anche per un sito affine a questo o al suo interno con materiali per tutti e spesso per insegnanti di sostegno più volenterosi in cerca del materiale giusto. Grazie per ciò che fai. Un bacio a Samuele a presto
Ciao Rossella, felice di leggerti. E’ vero: la condivisione è sempre importante per genitori e insegnanti, tanto più quando alcune cose le si scopre solo direttamente sul campo. Ci stiamo lavorando 😉 e spero di poter presto lasciare a disposizione molto di quello che per noi è (stato) utile e necessario. Un caro saluto, a presto.
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