Gestire il tempo. Progettare su misura.

Organizzare tempo con i bambini e progettare attività su misura. Alcuni spuntI per gestire il tempo in casa con i figli e progettare il tempo insieme in modo costruttivo e utile per il loro apprendere.

Prima parte

Molti genitori, in questo periodo, si stanno chiedendo come gestire il tempo in casa con i propri figli: che si tratti di dover organizzare “solo” tutti i pomeriggi o le mattine della settimana lavorativa, piuttosto che tuta la giornata o, viceversa, qualche saltuario momento, molti stanno davvero ragionando su come rendere di qualità il tempo che si ha la fortuna di poter trascorrere con la propria prole. Quando in casa ci sono dei bambini e si desidera offrire delle opportune occasioni di apprendimento ai propri piccoli, non è facile, si sa. E allora ci stare chiedendo come gestiamo noi questa preziosissima risorsa che è il tempo!

Perciò, mentre in altri articoli vi ho raccontato come gestiamo l’organizzane dello spazio (5 modi di vivere lo spazio in casa per creare condizioni di apprendimento e quando lo spazio diventa ambiente di apprendimento) e, soprattutto dei giochi e materiali di apprendimento (Come organizzare i giochi dei bambini), tramite questo articolo, voglio proprio raccontarvi la nostra esperienza di gestione del tempo a beneficio dei nostri figli e di come sia possibile progettare un tempo di apprendimento.

Nel corso degli anni alcuni elementi sono naturalmente cambiati, evoluti, nel complesso abbiamo trovato un equilibrio buono per il nostro gruppo famiglia, formato da quattro membri, due cani, pesci… ecc ecc …

Non tutte le giornate sono “ideali” e alcune possono anche riservare sorprese e imprevisti che richiedono a noi adulti di riferimento flessibilità e creatività, altre volte immediata capacità di scelta e intraprendenza. Elementi non sempre semplici da mettere in moto, soprattutto quando non si dorme tanto quanto si avrebbe bisogno…

I miei bambini sono nella fascia di età 0-6 anni e l’esperienza della quarantena, come già vi avevo raccontato, ci ha permesso anche di affinare certe ipotesi di organizzazione, che, fino a quel momento, avevamo sperimentato solo in modo saltuario e provvisorio. L’occasione offerta dal Covid di poter trascorrere molto tempo insieme, tra le tante cose, ci ha permesso di comprendere quale strategia organizzativa risulta vincente per noi.

Riferimenti per orientare la nostra organizzazione – tempo del NIDO

Ovvero: a cosa ci siamo rifatti per individuare dei criteri di gestione casalinga del nostro tempo?
Finché Samuele era figlio unico e finché era più piccolino, in età da nido per intenderci, la scansione settimanale era condotta con meno organizzazione: mi limitavo a proporre delle attività ludico-esplorative, prendendo spunto da alcune buone pratiche in uso nei nidi, e altre di potenziamento cognitivo.
Fondamentalmente nella mia testa circolavano proposte e idee inerenti a questi ambiti didattico-formativi, che suddividiamo così solo per comodità convenzionale, ma che nella realtà dell’esperienza sono intrecciati sempre e in modo del tutto personale:

  1. Ambito logico-scientifico
  2. Ambito narrativo-linguistico
  3. Ambito affettivo-emotivo
  4. Ambito espressivo-artistico-musicale
  5. Ambito corporeo-motorio

Questa schematizzazione mi permetteva di formulare delle proposte di tempo insieme interessanti, in cui, all’interno di esperienze di gioco, realizzate in uno o più ambiti di quelli appena citati, il perno del mio interesse era legato all’attività cognitiva (ad es. il contatto oculare).
Quindi nel mio modo di intendere il tempo di “giocoapprendimento” con il mio bambino la maggior parte delle volte non era fondamentale il contenuto dell’attività (es. gli animali) o l’ambito/contesto laboratoriale di riferimento (logico-scientifico piuttosto che corporeo-motorio): questi erano solo dei pretesti per sviluppare e/o potenziare una certa attività cognitiva che insieme agli specialisti avevamo individuato come prioritaria nella formazione di quel periodo (es. il contatto oculare).

Gli ambiti di cui sopra erano utilizzati e curati semplicemente come contesti, come pretesti, occasioni cioè per esercitare operazioni mentali e abilità, ben più importanti del laboratorio in sé. Spesso, a seconda del tempo a disposizione, mi creavo una tabella come quella in foto, magari demandando (previo accordo e confronto verbale) ad alcuni specialisti di fiducia la cura di particolari aree, per lo meno in alcune giornate.

Esempio di semplice pianificazione attività di apprendimento settimanale 0-3

Seconda parte

Riferimenti per orientare la nostra organizzazione del tempo fascia di eta’: SCUOLA dell’INFANZIA

Nel tempo, crescendo Samuele e crescendo io stessa professionalmente, ho modificato il modo in cui penso e realizzo le mie proposte di apprendimento per lui e per suo fratello minore.

Dunque, rifacendomi alla mia esperienza di insegnante, ho recuperato l’idea di organizzazione del tempo tipica delle istituzioni scolastiche ed educative per la fascia di età 0-6, riadattandola “a modo nostro”, alle nostre esigenze – risorse – energie – priorità.

Perciò la strutturazione di una nostra giornata tipo, immaginando di doverla impegnare tutta e di non avere occasioni esterne di apprendimento (che nel nostro caso sono, invece, frequenti e di supporto alla formazione dei nostri bambini), è generalmente la seguente:

  • Sveglia presto.
  • Vestirsi e colazione.
  • Tempo libero per i bambini, durante il quale io sistemo delle cose in casa che non mi richiedono concentrazione mentale e loro scelgono tra i materiali a disposizione. Subito dopo insieme: “risveglio muscolare” e/o lettura insieme di un libro.
  • Tempo centrale della mattina: attività strutturata con i bambini, o solo con il maggiore, se il più piccolo dorme! Quindi Book EXPERIENCES o altre proposte di apprendimento organizzate e “su misura”. Generalmente dedichiamo 60-90 minuti a questa fase della giornata, di cui dirò meglio nella seconda parte di questo articolo.
  • Tempo libero per giocare in casa finché prepariamo il pranzo, cantando – raccontando delle cose – seguendo delle ricette – scherzando – ponendo domande e cercando risposte…
  • Pranzo.
  • Gioco in giardino e riordino insieme degli ambienti che sono rimasti in disordine.
  • Riposino pomeridiano: tempo prezioso per me, durante il quale studiare, leggere, lavorare, scrivere da sola, ecc… Se non vogliono dormire, allora si vive comunque un momento di quiete: un libro, un racconto, un gioco tranquillo… quite time!
  • Merenda.
  • Gioco insieme non necessariamente strutturato e pensato prima, per il gusto di trascorrere del tempo insieme e bene, divertendoci, cantando, suonando, colorando liberamente, costruendo, inventando. Gioco scelto da loro o proposto da loro a me o a con chi si occupa di loro finché io seguo altre cose.
  • Preparazione della cena: insieme o meno.
  • Cena.
  • Gioco libero (possibilmente tranquillo) in casa/in giardino. Riordino casa.
  • Routine della nanna e story time: storia ascoltata, letta, vista, torce, ombre, ecc…
  • Nanna!!!! Finalmente dormono!!!!

Abbiamo notato che, come dicono gli esperti, anche i nostri bambini sono più sereni se le giornate scorrono in modo prevedibile per loro, se possono orientarsi consapevolmente all’interno di ciò che capita. Più che stare attenti alle routine famigliare o agli orari (che non indicio perché li ritengo elemento di scelta per ogni gruppo famiglia) noi facciamo in modo che risulti loro chiaro cosa si farà (subito) dopo, con chi, quando, dove… Quando si affacciano all’orizzonte grandi imprevisti oppure novità, informiamo i bambini al momento opportuno, spiegando loro che dobbiamo adattarci a dei cambiamenti, oppure che questa novità potrebbe essere gestita in un certo modo, gli aspetti belli della faccenda nuova, ecc…

Questa modalità di dialogo continuo e sincero nei loro confronti e la nostra intenzione di coinvolgerli attivamente nella vita di famiglia, rispettando i loro ritmi e bisogni, ci ha permesso anche, ad esempio, di viaggiare con serenità con loro fin da piccolissimi!

Più specificatamente: come STRUTTURARE le proposte di pprendimento?

Di questo avevo già accennato in uno dei miei primissimi articoli a proposito dei percorsi di apprendimento che ho organizzato per i miei bambini, i Book EXPERIENCES (clicca qua per saperne di più e leggere l’articolo), ma adesso riprendo l’argomento soffermandoci su un aspetto che interessa molti genitori (e insegnanti) in questo periodo:

COME PIANIFICARE PER I PROPRI FIGLI UNA SEQUENZA DI OPPORTUNITà DI APPRENDIMENTO IN CASA E FUORI CASA?

Sembra che quest’anno, per una serie di motivazioni di cui non ci occupiamo ora, molti bambini non siano rientrati a scuola, e immaginiamo che tanti altri tra gli iscritti non frequenteranno in modo continuativo per motivi di salute. Quindi il chiedersi: “e ora cosa propongo?” è una preoccupazione che sta investendo realmente e nuovamente moltissime famiglie.

Dunque, noi vi raccontiamo come abbiamo gestito e come gestiamo quel momento di apprendimento personalizzato che proponiamo ai bambini, soprattutto al maggiore.

Anche in questo caso, nell’elaborazione di una struttura organizzativa portante, ci siamo orientati guardando alle proposte Ministeriali per la fascia 0-6, che quella che interessa i nostri figli. In modo particolare ci siamo lasciati ispirare dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, che potete scaricare voi stessi utilizzando questo link che rimanda al documento ministeriale ufficiale e definitivo: insegnanti e dirigenti lo conoscono bene.
All’interno delle Indicazioni Nazionali è indicata l’organizzazione del curricolo di uno studente e, per quanto riguarda un bambino della scuola dell’infanzia, non si fa riferimento alle discipline tradizionalmente intese ma si parla di CAMPI di ESPERIENZA:

Il sé e l’altro
Il corpo e il movimento
Immagini, suoni, colori
I discorsi e le parole
La conoscenza del mondo

All’interno di ogni campo di esperienza sono molteplici gli elementi da attenzionare; per es., prendendo in esame il campo di esperienza “I discorsi e le parole” il documento fa presente questi aspetti, dai quali ci si può certamente lasciare ispirare nell’ideare non solo un percorso di gruppo scolastico ma anche un percorso di apprendimento personalizzato:

La lingua, in tutte le sue funzioni e forme, è uno strumento essenziale per comunicare e
conoscere
, per rendere via via più complesso e meglio definito, il proprio pensiero, anche
grazie al confronto con gli altri e con l’esperienza concreta e l’osservazione.[…]
In un ambiente linguistico curato e stimolante i bambini sviluppano nuove capacità quando interagiscono tra di loro, chiedono spiegazioni, confrontano punti di vista, progettano giochi e
attività, elaborano e condividono conoscenze
. I bambini imparano ad ascoltare storie e racconti, dialogano con adulti e compagni, giocano con la lingua che usano, provano il piacere
di comunicare, si cimentano con l’esplorazione della lingua scritta. […] La vita di sezione offre la
possibilità di sperimentare una varietà di situazioni comunicative ricche di senso, in cui
ogni bambino diventa capace di usare la lingua nei suoi diversi aspetti, acquista fiducia nelle
proprie capacità espressive, comunica, descrive, racconta, immagina
. Appropriati percorsi
didattici sono finalizzati all’estensione del lessico, alla corretta pronuncia di suoni, parole e
frasi
, alla pratica delle diverse modalità di interazione verbale (ascoltare, prendere la parola,
dialogare, spiegare), contribuendo allo sviluppo di un pensiero logico e creativo.

All’interno dei campi di esperienze risultano perciò condensate le attenzioni a molteplici aspetti formativi, a mio avviso a: operazioni mentali; strumenti, materiali e ambienti di lavoro; attività cognitive.

In questa vastità di attenzioni, allora seleziono e scelgo di lavorare sugli aspetti che ritengo più opportuni per il mio bambino rispetto al percorso formativo che globalmente lui sta vivendo in ogni ambito di vita.
E lo faccio in modo continuativo durante tutta la giornata possibilmente, utilizzando cioè non solo questo tempo di lavoro strutturato ma ogni altra occasione che ho per stare insieme al mio bambino. Quindi: se ad esempio si decide di implementare la sua capacità di “ascoltare storie”, si proporranno attività di questo genere non solo finché si “lavora” durante il tempo centrale della mattinata, ma anche in mille altri momenti della giornata, prima della nanna per esempio, a tavola finché mangiamo, quando papà torna da lavoro, ecc… ecc… il tutto sempre in una dimensione piacevole e naturale per il bambino, prima di tutto.

Mi sembra interessante un altro passaggio del documento, che esplicita a p. 17:

Le discipline, così come noi le conosciamo, sono state storicamente separate l’una dall’altra
da confini convenzionali che non hanno alcun riscontro con l’unitarietà tipica dei processi
di apprendimento.
Ogni persona, a scuola come nella vita, impara infatti attingendo liberamente dalla sua esperienza, dalle conoscenze o dalle discipline, elaborandole con un’attività
continua e autonoma.
Oggi, inoltre, le stesse fondamenta delle discipline sono caratterizzate da un’intrinseca complessità e da vaste aree di connessione che rendono improponibili rigide separazioni.

Quindi perché continuare ad adottare, anche nel caso di esperienze di apprendimento homemade, una prospettiva di convenzionale suddivisione del sapere, e dell’apprendimento in genere, in discipline/aree/assi funzionali/campi di esperienza?

Per quanto mi riguarda, credo che la scelta di adottare questa prospettiva convenzionale, che in qualche modo racconta della mia “deformazione professionale”, contribuisce alla formulazione di proposte organizzate, equilibrate, permettendomi di non trascurare aspetti della vita cognitiva del bambino, che potrei, altrimenti, rischiare di lasciare indietro. Questa suddivisione è cioè per favorire una progettualità coerente e formativa, che interessi realmente i principali ambiti di crescita di un bimbo. Serve perché l’adulto si orienti e abbia chiare le proposte da formulare.

Il documento infatti parla anche di

traguardi per lo sviluppo delle competenze relativi ai campi di esperienza ed alle discipline.
Essi rappresentano dei riferimenti ineludibili per gli insegnanti, indicano piste culturali e
didattiche da percorrere e aiutano a finalizzare l’azione educativa allo sviluppo integrale
dell’allievo

di cui tengo conto nella progettazione dei Book EXPERIENCES contestualmente agli OBIETTIVI di APPRENDIMENTO, che lo stesso documento presenta così:

Gli obiettivi di apprendimento individuano campi del sapere, conoscenze e abilità ritenuti
indispensabili al fine di raggiungere i traguardi per lo sviluppo delle competenze. Essi sono
utilizzati dalle scuole e dai docenti nella loro attività di progettazione didattica, con attenzione alle condizioni di contesto, didattiche e organizzative mirando ad un insegnamento
ricco ed efficace.
Gli obiettivi sono organizzati in nuclei tematici e definiti in relazione a periodi didattici
lunghi: l’intero triennio della scuola dell’infanzia, l’intero quinquennio della scuola primaria, l’intero triennio della scuola secondaria di primo grado.

Concretamente, dunque, come gestire il tempo strutturato di cui si dispone per una proposta di apprendimento (Es. 60 minuti)? Cosa proporre ai bambini?
Esempio di progettazione settimanale: percorso di apprendimento personalizzato

A dire la verità, nel tempo ho adottato principalmente due possibilità:

  1. all’interno della settimana, alternare i 5 campi di esperienza di cui sopra;
  2. all’interno della settimana, lavorare su un solo campo di esperienza o selezionarne al massimo 2, per permettere un lavoro di crescita e sviluppo più consolidato.

Vedete voi cosa è più opportuno, di volta in volta.

Riassunto e spiegazione di come si può pianificare un tempo di apprendimento personalizzato

🟢 punto 1. Il titolo del percorso racconta di quale contenuto ci occuperemo e serve principalmente per orientare e motivare il bambino. Il contenuto è al servizio di tutto il processo di apprendimento. Tranne in rare eccezioni in cui è, invece, importante incamerare informazioni perché magari orientanti in questo mondo (es. il nome dei colori, gli indicatori spaziali, ecc..).
🟢 punto 2. Il primo aspetto su cui mi concentro è lo sviluppo cognitivo del mio bambino: dunque mi chiedo di cosa ha bisogno, mi concentro -anche con il supporto di figure esterne- per comprendere rispetto a quali attività della mente io posso essergli da supporto. In questo mi lascio guidare dalla metodologia Feuerstein. Individuo perciò quello che inserisco nella penultima riga della tabella, che corrisponde al cuore del mio agire: esempio attività di input, migliorare la precisione nella raccolta dei dati.
🟢 punto 3. Trovo una proposta di “gioco apprendimento”, una attività che possa piacere al mio bambino e che mi permetta di mettere in pratica il punto 2, all’interno del campo esperienziale scelto/abbinato per quel giorno. Teniamo presente che i campi esperienzali permettono anche di mettere in luce aspetti diversi dello stesso contenuto: personalmente ritengo una buona prassi quella di alternare il lavoro relativo a uno stesso contenuto all’interno di contesti esperienziali differenti anche per costruire una certa abitudine alla trasversalità, alla interdisciplinarietà, alla complessità…
🟢 punto 4. Una pianificazione di questo genere diventa un vero progetto di formazione individuale se adeguatamente utilizzato, ovvero se utilizzato come strumento al cui interno far convergere le esperienze di apprendimento e di crescita che il bambino riceve in vari contesti di vita. La tabella di progettazione diventa allora più complessa di quella in foto.
Se, ad esempio, il mio piccolo frequenta un corso di musica al lunedì pomeriggio dovrò tenere conto di questa opportunità e comprendere come lavorare in sinergia, famiglia/specialista/istruzione, inserendo possibilmente questo tipo di esperienza all’interno della mia progettazione; se il mio piccolo ha la possibilità di un percorso di equitazione al venerdì mattina anche questo potrà essere vissuto come esperienza di apprendimento che lo vedrà impegnato fisicamente-emotivamente-mentalmente in quel giorno. L’esperienza in sé acquisirà tanta più valenza quanto più gli obiettivi del percorso di equitazione saranno complementari/sostegno al percorso di apprendimento che il bambino vive altrove.
Non dimentichiamo mai che stiamo parlando sempre di una stessa e unica persona, perno di ogni intervento e proposta ♥️💡

E se non si hanno le energie, competenze, tempo e voglia di organizzarsi in questo modo?
Si può sempre far riferimento a qualche consulente scolastico, si possono interpellare i professionisti che seguono lo sviluppo del piccolo e, intanto, in casa si possono organizzare delle proposte di apprendimento coerenti, in cui il “contenuto”, le informazioni di cui tanto ci siamo ingozzati (cito la prof.ssa Lucangeli) per decenni, siano a servizio di obiettivi di apprendimento e competenze.
Qualora però il bambino faticasse davvero, realmente, a raggiungere certi obiettivi di apprendimento, bisognerebbe essere intellettualmente onesti con se stessi e con il bambino, ed essere in grado di chiedere aiuto per comprendere qual è l’anello della “catena” dell’apprendimento che sta faticando, che ha bisogno di “manutenzione”, per favorire sempre un apprendimento davvero sereno, soddisfacente, significativo e spendibile.

Siamo in tanti su questa Terra: molto probabilmente troveremo sempre qualcuno disposto a darci una mano davvero.
E noi ci siamo per la nostra Community, in questo anno scolastico così particolare, soprattutto!

Se possiamo aiutarti nella pianificazione e progettazione di un percorso di apprendimento su misura,questi i nostri contatti.

Expert Teacher, caregiver, sibling
Mi occupo di apprendimento, dei processi cognitivi dell’apprendere e di metacognizione, a servizio soprattutto di chi non si basta da solo cognitivamente.
Lo faccio in ottica neuropedagogica e della pedagogia della mediazione del dott. Feuerstein.

Formazione attualmente in programma o disponibile

1 commento su “Gestire il tempo. Progettare su misura.”

  1. Pingback: Book EXPERIENCES: esperienze di apprendimento - Sindrome da Apprendimento

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