Una buona occasione per mediare il senso di sfida: mediare la ricerca della novità e della complessità.
Quest’anno per festeggiare il nostro super papà Ale ho pensato di proporre a Samuele un’esperienza per lui nuova che potesse stupire il papà.
Doveva trattarsi però di qualcosa gestibile anche dal fratello minore Gabriele. Tra le tante possibili proposte di “regalo” confezionato dai bambini stessi, alla fine ho optato per un grande classico, consapevole però che per Samuele e Gabriele (due anni) questa scelta avrebbe significato mettersi decisamente alla prova in un compito per loro nuovo impegnativo.
Di cosa si tratta?
Ho ricercato un testo “poetico” adatto ai miei bambini: non banale, ma nemmeno troppo lungo o complesso nella costruzione morfosintattica o nella tipologia di termini utilizzati.
Alla fine, prendendo spunto da una proposta trovata in rete, ho riadattato il testo, semplificandolo sia in termini di lunghezza che di complessità del testo. A modo nostro.
Questo il risultato:

Perché semplificarlo?
Già la stessa proposta di memorizzare un testo orale, facendo conto solo sul canale uditivo, senza dunque l’ausilio di immagini, lettura di parole, fotografie, caa, ecc … mi pare sia un lavoro impegnativo per la memoria di lavoro dei miei bambini, che sono per il momento abituati per lo più a memorizzare testi musicali, espressioni verbali, storie e sequenze narrative ma non testi di questo genere che richiedono una precisione lessicale maggiore e una memoria di lavoro minuziosa.
Come gestire la sfida in termini di pedagogia della mediazione?
Per crescere c’è bisogno di misurarsi con esperienze nuove ma non basta: per crescere in modo forte e sentendosi competenti, bisogna percepire di essere in grado di rispondere alle novità in modo adeguato.
Quindi ho organizzato un’altra occasione di “sfida ottimale”: un’altra esperienza di apprendimento che potesse essere la più “alta”, la più complessa, la più impegnativa (=sfida) alla quale il bambino potesse rispondere nel migliore dei modi a lui possibili (=ottimale).
Naturalmente ho calibrato le attese e le richieste in base alle persone alle quali ho fatto questa proposta: un bimbo di due anni che non presenta fatiche dell’apprendimento, o della memoria di lavoro o della produzione verbale ma che è pur sempre un bimbo molto piccolo; e un bimbo di sei anni che, a causa di quel “pentolino di Antonino”, deve far i conti con alcune fatiche dell’apprendimento e del linguaggio.
Quindi la cosa più importante è stato spiegare ai bambini che avremmo iniziato un lavoro nuovo per confezionare un regalo speciale al papà e che lo avremmo fatto facendo una cosa mai fatta prima, impegnativa ma molto importante: imparare una poesia a memoria.
È stato perciò importante anche spiegare cosa significhi imparare a memoria e come poterci riuscirci: quali strategie della mente e del corpo possono aiutarci, quali tecniche di apprendimento, quali facilitazioni (es. gestuali) possiamo imparare fintanto che servono.

Come mi sono organizzata?
Ho iniziato per tempo. Lentamente, senza fretta. In un primo momento ho imparato io stessa il testo a memoria; poi ho chiesto ai bambini di imparare due versi alla volta. E poi abbiamo cucito tutto insieme. Senza fretta. Poche parole alla volta. Restituendo a ogni verso il legittimo significato letterale e quello nostro personale, fatto anche di esperienze vissute precedentemente e ora richiamate alla mente.
Per rendere più accattivante, significativo e accessibile il lavoro di memorizzazione, in un primo momento ho usato dei segni Baby Signs così da assicurarmi che i bambini percepissero questa sfida come sostenibile.
Qualche volta ho canticchiato il testo a modo mio, giusto per consolidare la sequenza delle parole e frasi.
Pian piano abbiamo fatto a meno di questi supporti.
È altresì importante anche aiutare i bambini a immaginare come consegnare questo regalo al papà perché possano riuscire a gestire le proprie emozioni pur nella novità della situazione in cui si troveranno venerdì 19 marzo.
Come è fatto il biglietto?
Per lasciare traccia concreta di questo lavoro, oltre a provvedere a delle registrazioni audio delle varie fasi di apprendimento, abbiamo confezionato un semplice biglietto, che potesse adattarsi alle esigenze pittoriche di Gabriele e di quelle di Samuele che sta imparando a scrivere: perciò ho provveduto in questo modo, realizzando due biglietti uguali ma che all’interno si differenziano per l’originalità creativa di ciascuno di loro.
Vi lascio il link alla pagina del sito in cui trovate il pdf da scaricare.
La prima pagina del pdf l’abbiamo stampata su carta colorata. La seconda su un semplice foglio bianco: nella cornice di sinistra abbiamo incollato una foto del bambino; all’interno del cuore Gabriele ha realizzato una pittura utilizzando contemporaneamente più tecniche, mentre Samuele ha voluto scrivere.
Buona festa del papà
a ogni vostro papà e
a quelli che seguono Sindrome da Apprendimento!
Papà, siete preziosi e insostituibili: il vostro Amore, fatto di concretezza e di forza gioiosa, cresca i vostri Figli in coraggio, tenacia e autostima.

Expert Teacher, caregiver, sibling
Mi occupo di apprendimento, dei processi cognitivi dell’apprendere e di metacognizione, a servizio soprattutto di chi non si basta da solo cognitivamente.
Lo faccio in ottica neuropedagogica e della pedagogia della mediazione del dott. Feuerstein.