Comprensione e produzione verbale: ecco come fare per stimolarle.

Comprensione e produzione verbale: come aiutare un bambino che fa più fatica a comprendere e a produrre verbalmente.

Comprendere e produrre verbalmente sono due abilità fondamentali per l’adattamento dell’uomo, sono due abilità naturali e cioè che emergono dalle capacità del cervello.

Vediamo insieme qualche passaggio importante relativo a questo complesso argomento: leggi fino alla fine l’articolo perché ti spiego come usare alcune risorse utile a cui ti indirizzo proprio a conclusione dell’articolo.

Lo sviluppo del linguaggio nel bambino è estremamente variabile.

La comunicazione è un processo di scambio di informazioni tra individui; il linguaggio verbale non è l’unica possibilità di comunicazione che abbiamo noi umani; teniamo subito a mente, ai fini del nostro discorso, che nel linguaggio verbale prevalgono suoni acustici e che quindi il lavoro di comprensione verbale e di produzione verbale implica l’utilizzo dei sensi, in modo particolare dell’udito: ad esempio, quando qualcuno ci parla, è necessario e indispensabile essere in grado di decodificare le onde sonore, propagate nell’aria, per comprendere cosa ci è stato detto.

Rappresentazione schematica delle componenti coinvolte nella comprensione del linguaggio parlato e scritto.

Quello che ormai è un dato di fatto, perché riconosciuto da studiosi e professionisti, e ammesso pure da molti genitori, è che, pur nella caratteristica sequenzialità delle tappe evolutive che è tipica della nostra specie (filogenesi), lo sviluppo del linguaggio nel bambino è realmente una questione estremamente variabile e personale. Molto della sua esperienza di maturazione dipenderà anche dagli stimoli che il bambino riceverà dall’ambiente di riferimento così come da quelli che ha già ha ricevuto, come vedremo, addirittura fin dalla fase prenatale.

Oggi consideriamo insieme sopratutto due aspetti:

  • esiste una chiara dissociazione tra l’età in cui si comprendono le prime parole (aspetto che avviene prima) e l’età in cui si pronunciano (dopo);
  • è possibile che genitori e insegnanti, attraverso la sana e consapevole interazione quotidiana, sostengano lo sviluppo della comprensione e produzione linguistica di un bambino che fa più fatica, anche a partire anche dall’uso sapiente di alcuni strumenti cartacei utili.

La capacità di comprendere e la capacità di parlare sono due cose diverse

Chiariamo allora subito un aspetto fondamentale, di cui tenere conto sempre, e soprattutto quando ci occupiamo di un bambino che fa più fatica realmente:

e cioè che mentre la capacità di parlare, di produrre verbalmente suoni dotati di significato (diversi dai suoni acustici primitivi), si sviluppa a partire dalla maturazione delle aree cerebrali linguistiche (emisfero sinistro, parte laterale della corteccia);

la capacità di comprendere quanto detto da altri, invece, è legata in modo primario allo sviluppo delle aree sensoriali (ad esempio quelle uditive), che maturano prima della stessa nascita del bambino, e cioè durante gli ultimi mesi di vita fetale e senza il quale funzionamento non è possibile comprendere parole ascoltate.

Il neonato, infatti, nasce “improntato” al linguaggio tanto che alcuni studi e ricerche suggeriscono che le esperienze prenatali siano talmente critiche per lo sviluppo successivo del linguaggio e della corteccia da essere poi riconosciute a distanza di qualche anno… A questo proposito condivido un fatto personale, realmente vissuto proprio alla nascita di Samuele: dopo il parto siamo stati insieme un paio di ore, poi separati quando i medici, riconosciuti i tratti della trisomia 21 e avendo avuto Samuele qualche tratto di “bradicardia“, hanno preferito tenerlo in osservazione, senza che io potessi più prenderlo o vederlo, secondo loro, fino alla mattina seguente. Insistendo, ho ottenuto di poterlo vedere e toccare, prendendolo in braccio per pochi minuti. Nonostante la stanchezza e l’ora tarda della notte, non mi davo pace nel vederlo inchiodato a quella culletta e nel percepirci separati. Così ho iniziato a fare una cosa che mi fa sempre star bene: cantare.

Riesci a immaginare cosa succedeva quando mi sentiva cantare quella canzone che cantavo sempre anche in gravidanza?

Semplice e straordinario: i suoi battiti si regolarizzavano, diventano regolari e buoni. Così come quando lo prendevo in braccio, tentando di allattarlo.

Sarebbe bastato questo contatto tra me e lui per uscire dalla situazione di bradicardia, che si è poi risolta comunque spontaneamente nel giro di qualche di ora? Non lo so. Non ho mai saputo esattamente come sia andata, perché io, a distanza di poche ore dal parto, venivo rispedita in camera e lui tenuto al nido.

L’origine della capacità di comprendere parole

Tornando al nostro excursus, voglio ancora dirti che studi e ricerche hanno provato che un neonato riconosce, reagendo, timbro e musicalità delle parole che ha già ascoltato durante la fase prenatale e che alla nascita preferisce la voce materna rispetto a quella di altri. Il che significa anche che ha quindi memoria del timbro vocale della sua mamma. Inoltre si è visto che l’attività cerebrale di un neonato è migliore quando ascolta parole significative, rispetto parole prive di significato.

Prima considerazione importante:
al fine di favorire nel tuo bambino la capacità di comprendere (e di produrre) parole, fin dalla sua primissima fase di vita, quella prenatale, stabilisci con lui un dialogo fatto di parole significative.

E poi abbi sempre cura del tuo parlare con lui (e di lui): abbi cura di questo filo di connessione prezioso.
Descrivi per esempio quello che stai facendo, quello che state osservando, ascoltando, toccando; parlagli di quello che ti è capitato o di quello che succederà. Parla di quel che vuoi, ma dialoga e fallo in modo corretto fonologicamente (dette bene cioè, e non storpiate), pronunciate lentamente e usando parole significative per voi, che abbiano senso compiuto.

In generale, attraverso alcune ricerche, oggi si ritiene che, in uno sviluppo normotipico, un bambino intorno ai 7 mesi (fase prelinguistica) sia in grado di riconoscere parole di significato se in riferimento naturalmente alla sua esperienza quotidiana (comprensione). Il bambino di sette mesi non parla ma è in grado di comprendere qualche parola udita.

Questo dato ci conferma perciò che comprensione e produzione, pur richiamandosi a vicenda, si sviluppano e attivano attraverso “percorsi” menali differenti: così un bambino, non ancora in grado di produrre paroline verbalmente, può comunque comprendere il significato di quelle che altri hanno usato con lui. Un bambino che non parla non è necessariamente un bambino che non comprende quello che ascolta! Samu, ad esempio, non ha una produzione verbale del tutto corretta fonologicamente e abbondante (non almeno secondo i miei gusti) ma è indubbia la sua capacità di comprensione di quanto ascoltato, soprattutto se il suo interlocutore adotta alcune attenzioni di cura

Interagire con consapevolezza e intelligenza con i bambini, soprattutto quando più fragili, è importante: va a loro beneficio, è cioè regalare loro a possibilità di far fiorire al meglio il loro potenziale.

Sindrome da Apprendimento
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Esiste una stretta relazione tra gestualità e linguaggio.

Devo subito precisarti che, nella prima fase di questa nostra esperienza con Samu, abbiamo supportato, e con successo, le sue capacità comunicative e la abilità di espressione e produzione verbale attraverso il programma Baby Signs: ti suggerisco di informarti per conoscerlo, sarà un tempo ben speso. Qua trovi l’articolo che ho scritto per raccontarti della nostra felice esperienza e puoi anche richiedere il webinar che ho organizzato con la referente nazionale, la logopedista Scuderi: è informazione gratuita di qualità! Non mi dilungo adesso su questo aspetto perché molto abbiamo già detto e lo trovi a disposizione cliccando nei link di cui sopra.

I gesti delle mani e della bocca sono quindi regolati da circuiti comuni, che determinano anche corrispondenze nelle dimensioni e nella velocità dei movimenti: al gesto ampio della mano è associata una grande apertura della bocca.

Nella mente degli altri, Rizzolatti e Vozza

“Il racconto dà forma alla realtà”

Sappiamo anche che comprensione e produzione verbale (scritta e orale) sono abilità necessarie per sviluppare successivamente la competenza narrativa, e cioè la capacità di raccontare in modo chiaro e strutturato il proprio vissuto, la realtà così come percepita, ma anche quanto immaginato e sognato. Il saper raccontare e l’abilità di narrare, sono forme di condivisione sociale necessarie all’individuo per adattarsi all’ambiente e attraverso cui costruire significati personali e collettivi.

Aiutare i bambini che fanno più fatica cognitivamente, per esempio, a sviluppare capacità di comprensione e produzione verbale è cioè importante non solo per il loro “qui ed ora” ma anche in un’ottica di sviluppo di autonomie possibili, di sostegno all’autodeterminazione futura.

Per questo oggi condivido l’uso di questo strumento cartaceo, snello e diretto, edito Erickson, con immagini chiare, facilmente riconoscibili e riguardanti scene di vita ordinaria, ricche di particolari. Secondo me è davvero utile, uno di quei testi da avere nella propria biblioteca, “Comprensione e produzione verbale” (Ilaria Pagni).

comprensione e produzione verbale difficoltà linguistiche
Comprensione e produzione verbale

Questo volume può esserti utile per mettere a fuoco elementi di base che compongono il comprendere e il produrre verbalmente.

Considera questo volume come un modello di buone prassi:
usalo perciò dapprima per imparare tu come gestire situazioni di racconto attraverso cui stimolare la comprensione (prima) e/o la produzione (successiva) verbale del tuo bambino. Osserva il volume, analizzalo, sfoglialo, studialo PRIMA di sottoporlo al tuo bambino.
Fatti guidare quindi dall’autore del libro che ha ideato ben tre percorsi operativi possibili con il materiale che trovi all’interno.
Successivamente usalo come esperienza da generalizzare ad altri momenti significativi di gioco sulla comprensione / produzione verbale: usa perciò quello che impari dal libro, il tipo di domande poste, l’analisi di alcuni particolari, lo sviluppo di riflessioni e strategie, trasferendo quanto appreso – applicandolo- a altre situazioni di realtà in cui si vive senza libro.

Nello specifico: all’interno di questo volume trovi infatti esercizi e storie tramite cui potrai proporre al tuo bambino in modo intenzionale un momento giocoso di costruzione/sostegno delle abilità sopracitate, di comprensione e produzione verbale.

Il testo è suddiviso in due sezioni principali: nella prima sezione trovi 22 storie, a difficoltà crescente, seguite dalla verifica della comprensione tramite domande a scelta multipla figurata – tramite immagini cioè- e tramite domande da rivolgere direttamente al bambino e riguardanti la sua esperienza personale. Le stesse domande possono diventare spunti di dialoghi di condivisione o di percorsi tematici di approfondimento, esplorazione successivi.

Nella seconda sezione trovi invece solo immagini tramite cui realizzare lavori di sequenze temporali e logiche delle 22 storie precedenti.

Può esserti utile sapere che alla fine di questo articolo trovi un reel instagram che ho realizzato qualche tempo fa proprio per condividere l’uso che stiamo sperimentando noi del materiale della seconda sezione di questo libro.

Ricordati di essere intenzionale:
scegli se focalizzarti su attività per supportare la comprensione di quanto ascoltato o di quanto letto.
Comprendere infatti quanto detto da altri e comprendere quanto letto in autonomia sono due processi differenti; entrambi richiedono un gran investimento di energie, soprattutto se il bambino è all’inizio della sua esperienza di apprendimento.
Concentrati perciò su una solo dinamica alla volta (soprattutto se il bambino è piccolo o se fa fatica, o se tu hai poca esperienza) e resta coerente ad essa per tutta l’interazione col tuo bambino.
Ascoltare e leggere implicano attivazioni cerebrali differenti: scegli un lavoro alla volta.
Preferiamo la qualità alla quantità, non è vero?

Arricchisci quanto detto fin qua con la lettura di un altro articolo in cui scrivo della comprensione di un testo scritto: “Uno strumento prezioso per avviare la comprensione del testo e le abilità di lettura“.

Suggerimenti di interazione quotidiana

In chiusura, ti lascio questi 5 suggerimenti utili per spronare la comprensione dei bambini di quanto ascoltato:

  1. il contatto oculare tra chi parla e chi ascolta generalmente garantisce una comprensione migliore del messaggio ricevuto e allena le abilità attentive. Quindi preferisci, se possibile, dire al tuo bambino cose importanti in una situazione di contatto oculare (spontaneo, non forzare) con il tuo bambino.
  2. Non avere timore di ampliare il lessico ricettivo del tuo bambino: formula un pensiero più volte, utilizzando anche termini tecnici, specifici, sinonimi. Avrai cura di fornire le adeguate spiegazioni.
  3. Formula, giocando, facendo scenette, teatralizzando, mimando, usando pupazzi o il vostro corpo, o in momenti di interazione spensierata e in relax, frasi con una lineare costruzione morfosintattica. In questo modo anticipi e/o sostieni un lavoro didattico di riflessione linguistica: soggetto (chi compie l’azione? La mamma) + azione (predicato, es. beve) + complemento oggetto (che cosa? Il caffè). E poi chiedi: chi ha bevuto il caffè? Attendi la risposta dal bambino: la mamma. Nell’attesa puoi anche ripetere la frase e la domanda di comprensione. E poi prosegui. Che cosa ha fatto la mamma col caffè? Lo beve. La mamma cosa beve? Il caffè. Qualche volta cambia l’ordine con cui chiedi di riflettere sulla lingua.
  4. Usa la dinamica di cui al punto precedente nella vita concreta e reale, ad esempio per assicurarti che il bambino abbia compreso un messaggio davvero importante, una indicazione preziosa, un aiuto verbale, un suggerimento, la consegna di un compito: chi? che cosa deve fare? quando? come? perché? ecc… Intreccia questo suggerimento con un articolo precedente “5 modi per stimolare l’intelligenza
  5. Non stancarti di spiegare al tuo bambino che comprendere un messaggio è importante per stare bene con sé stessi e con gli altri e che si può imparare a comprendere sempre meglio! Approfondisci qua.

Materiale gratuito per sperimentare

Spero che questo articolo ti possa essere veramente utile sia rispetto al (qua sintetico) quadro di riferimento teorico scientifico che a quello dell’interazione pragmatica e quotidiana.

Fammelo sapere nei commenti!

Concludendo allora desidero lasciarti gli ultimi materiali, utili per sperimentare in autonomia: si tratta di materiali disponibili on line.

PDF GRATUITI ON LINE

Comprensione e produzione verbale prima parte: clicca qua.

Comprensione e produzione verbale seconsa parte: clicca qua.

Attività in area morfosintattica: clicca qua.

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Rachele Nicolucci
Mi occupo di apprendimento, dei processi cognitivi dell’apprendere e di metacognizione, a servizio soprattutto di chi non si basta da solo cognitivamente.
Lo faccio in ottica neuropedagogica e della pedagogia della mediazione del dott. Feuerstein.

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6 commenti su “Comprensione e produzione verbale: ecco come fare per stimolarle.”

  1. Articolo indispensabile! Complimenti per la chiarezza e per la ricchezza di informazioni sia teoriche che pratiche!! Utilissimo… grazie

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